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Lista Civica Italiana ha firmato alcuni anni fa un protocollo di intesa e collaborazione con la Fondazione Commercialisti Italiani, un gruppo molto attivo e competente di commercialisti che sta cercando di migliorare un settore strategico dello stato italiano.
Siamo quindi lieti di pubblicare qui di seguito due articoli, il primo sulle insostenibili promesse elettorali in tema di tasse grazie al quale potrete capire il livello della nostra classe politica e dove potrete cogliere l’iperbolico grado di complicazione connesso all’adempimento degli obblighi fiscali e il secondo riguardante 73 proposte concrete della Fondazione per migliorare la fiscalità in italia. Diffondeteli! Grazie

 

Comunicato n. 3/2018

La favola della riduzione delle tasse.

Mentre il giorno delle elezioni politiche si avvicina velocemente, i partiti politici si contendono lo spazio in televisione e sui giornali promettendo agli italiani anche l’irrealizzabile.
Noi voliamo basso, chiediamo soltanto due cose ed entrambe realizzabili.
La prima: nessuna norma fiscale deve essere retroattiva, neanche in deroga allo Statuto del contribuente;
La seconda: non deve più esistere alcuna clausola di salvaguardia di nessun genere che preveda aumenti di IVA, accise o altro.

Fra le tante promesse, comunque, ce n’è una intramontabile ed è la riduzione delle tasse. Ci risiamo.
Nel frattempo, anche quest’anno, come ad ogni inizio anno dopo la legge di bilancio, i cittadini fanno i conti con le sempre più striminzite risorse cercando di ripararsi dai nuovi, immancabili e puntuali aumenti di pedaggi autostradali, utenze e tributi nascosti.
Il Presidente della Repubblica è stato preciso nel dire che le proposte dei partiti in campagna elettorale devono essere adeguate, realistiche e concrete come richiesto dalla dimensione dei problemi del Paese.
Non siamo sicuri che il suo messaggio sia arrivato alle orecchie dei destinatari. Non lo siamo poiché sono numerose e bizzarre, le proposte arrivate ai cittadini in così poco tempo. Forse qualcuno sta bluffando e purtroppo non stiamo giocando a poker, ma parliamo della quotidianità di milioni di famiglie imprigionate nelle difficoltà.
Vedremo quale sarà la differenza fra gli slogan e le leggi che poi saranno varate e soprattutto saremo curiosi di studiare la presenza della relativa copertura.
Siamo convinti che ogni cittadino italiano quando ascolta o legge proposte di riduzione di tasse o altri temi sulla fiscalità, come ad esempio maggiori detrazioni, deduzioni, aliquote agevolate etc., sia raggiunto dallo stesso pensiero: “ci sono le elezioni”.
Tuttavia, come nostro costume, lasciamo la parola ai numeri. Se tutte le proposte dei partiti fossero applicate ci sarebbe bisogno di trovare risorse disponibili per circa 247 miliardi di euro.
In ordine sparso: abrogazione dell’IRAP (13 miliardi), reddito di cittadinanza (15 miliardi), bonus Renzi 80 euro esteso alle famiglie con figli (5,5 miliardi), abrogazione tassa spese universitarie (1,6 miliardi), pensioni minime a mille euro (18 miliardi), rimodulazione degli scaglioni Irpef (14 miliardi), abrogazione Legge Fornero (140 miliardi almeno fino al 2020), flat tax (40 miliardi) tanto per citarne alcune.
Dovremmo invece ricordarci che nel nostro Paese le risorse, sono limitate e quindi sarebbe meglio concentrarle solo su alcuni aspetti principali garantendo quanto si promette.
Qualsiasi proposta deve scontrarsi con il debito pubblico che secondo i dati contenuti nel Bollettino Statistico mensile di Bankitalia a ottobre 2017 è pari a quasi 2.290 miliardi di euro (131% circa del PIL), rispetto ai 2.284 miliardi di fine settembre. Il secondo più alto dell’UE, dietro solo alla Grecia con il 180% circa del proprio prodotto interno lordo.
Si capisce bene quindi che tutto non si può promettere né realizzare a meno che non si voglia continuare a fare “orecchie da mercante” e, per un nugolo di voti in campagna elettorale, dire anche quello che non è vero.
Forse ai contribuenti, per quanto riguarda il Fisco, basterebbe garantire certezza del diritto, stabilità delle norme per almeno una legislatura.
E se ritorniamo un attimo a parlare delle due nostre proposte iniziali, possiamo rilevare che la prima (irretroattività delle norme tributarie), non ha bisogno di coperture; magari creerà difficoltà a chi governerà perché dovranno trovare altre risorse rispetto a quanto avvenuto fino ad ora, quando si è cercato disperatamente il gettito anche con norme retroattive.
L’altra proposta (mai più clausole di salvaguardia), è già un problema attuale, ma vediamo che nessuno partito politico lo dice. E allora lo ricordiamo noi.
La Legge di Bilancio 2018 prevede al comma 2 l’aumento dell’aliquota IVA del 10% all’11,5% dall’anno 2019 e al 13% dal 2020. Mentre l’aliquota IVA del 22% passa al 24,20% dal 2019, al 24,9% nel 2020 e al 25% nel 2021.
Al fine di rientrare nei limiti e di assicurare una discesa graduale del peso del debito, l’Italia ha dovuto impegnarsi con un piano pluriennale credibile di tagli alla spesa e/o di aumenti delle imposte, a garanzia del risanamento dei conti pubblici. Per garantire alla Commissione europea il raggiungimento dei target fiscali concordati per gli anni seguenti, i governi succedutisi nel tempo si sono vincolati all’adozione di cosiddette clausole di salvaguardia, con le quali hanno promesso ai commissari di riuscire a migliorare i conti. Se entro ogni anno, non risultano varate le misure necessarie per raggiungere tale obiettivo, automaticamente scattano aumenti di imposte, come l’IVA, che copriranno il buco di bilancio.
I partiti presenti alle prossime elezioni, prima di fare promesse elettorali, dovrebbero dire dove troveranno i 40 miliardi di euro (stima al ribasso) necessari per neutralizzare le clausole di salvaguardia in essere.
Due impegni, quindi, che riteniamo prioritari, da garantire nei programmi elettorali di chi governerà l’Italia, sempre se ci sia qualcuno in grado di governare.
Noi siamo pronti a presentare ulteriori proposte in ambito fiscale così come siamo disponibili nell’analizzarle insieme ai candidati alle elezioni del prossimo 4 marzo. E Voi?

Livorno, 06.02.2018

 

 

Attenzione! Questo testo è stato integrato definitivamente il 16 feb 2018

Elenco dei buoni propositi e del buon Governo
(A cura della Fondazione commercialistitaliani)
Livorno, 23 Gennaio 2018
Premessa

La semplificazione fiscale sarebbe una bella canzone.
Così bella che potrebbe vincere il Festival. Ed è un vero peccato che le parole da cui è composta non siano mai state messe sul pentagramma da un valido musicista.
L’argomento è a tal punto importante che i Governi succedutisi alla guida del Paese negli ultimi venti anni, si sono sentiti in dovere, a suon di promesse, di assicurare la semplificazione e la riduzione degli adempimenti.
Ma, fra tanti parolieri, nessun musicista: la canzone resta incompiuta egli adempimenti non solo non diminuiscono ma aumentano.
Sono ormai migliaia le leggi fiscali italiane. Impossibile contarle. E, fra leggi normali, leggi di un solo articolo con centinaia di commi, decreti attuativi tardivi o non emanati neppure in costanza di legge, decreti ministeriali, decreti legge modificati durante la conversione, provvedimenti, circolari, risoluzioni, interpelli, dottrina, giurisprudenza, interpretazioni, finanziarie e stabilità varie, la parola caos diventa un semplice eufemismo.
E’ proprio il caso di dire che la chiarezza, la semplicità e la certezza, in campo fiscale sono parole sconosciute, perse come sono in un labirinto normativo che farebbe invidia a Dedalo.
La prassi, per esempio, imposta da leggi insipienti, è sconfinata.
Le Circolari dell’Agenzia delle Entrate, emanate nel 2017 sono state 30. Furono: 45 nel 2016; 38 nel 2015; 32 nel 2014; 39 nel 2013; 49 nel 2012; 54 nel 2011; 61 nel 2010; 58 nel 2009; 62 nel 2008; 75 nel 2007.
Le Risoluzioni invece, ammontano a 161 nel 2017; 123 nel 2016; 107 nel 2015; 119 nel 2014; 101 nel 2013; 114 nel 2012; 132 nel 2011; 143 nel 2010; 287 nel 2009; 482 del 2008 e 395 nel 2007.
In totale la prassi amministrativa conta 2.707 documenti in undici anni, quasi 250 l’anno!
Se alle Circolari ed alle Risoluzioni dell’anno 2017, si aggiungono anche i Provvedimenti emessi arriviamo a 337 documenti in un anno.
Le istruzioni per la compilazione della dichiarazione dei redditi/2017 Persone Fisiche (1°fascicolo) per l’anno 2016 sono 124 pagine. Se ad esse si aggiungono quelle del modello 730/2017 del 2016 pari a 111 pagine, si raggiunge un totale di 235 pagine per predisporre una dichiarazione dei redditi di un privato cittadino.
Ma le istruzioni per la compilazione delle varie dichiarazioni/2017 periodo d’imposta 2016, non finiscono qui: dichiarazione IVA 83 pagine; dichiarazione redditi Persone Fisiche (2° fascicolo) 49 pagine; dichiarazione redditi Persone Fisiche (3° fascicolo) 103 pagine; dichiarazione IRAP 108 pagine; dichiarazione redditi Società di persone 187 pagine; dichiarazione redditi Società di capitali 227 pagine; dichiarazione sostituti d’imposta 54 pagine. Un bel totale di 1.046 pagine di istruzioni dichiarative.
Ponderare su questi numeri non sarebbe inutile, giacché se è vero come è vero che la giusta burocrazia è quella che non rende schiavi, nel nostro Paese esiste uno schiavismo preoccupante.

Per capire quanto siano eccessive le scadenze, è sufficiente visitare il sito dell’Agenzia delle Entrate dove, nella prima pagina si trova lo scadenzario.
Se ci volgiamo indietro e guardiamo l’anno 2017 le scadenze divise per tipologia di contribuente, erano così stabilite:
– Dipendenti, pensionati, persone fisiche senza partita Iva: 471 scadenze;
– Imprenditori: 871 scadenze;
– Professionisti: 889 scadenze;
– Società di persone: 651 scadenze;
– Società di capitali: 885 scadenze.
Ci si accorge, per esempio, che le scadenze del mese di ottobre 2017, per tutte le tipologie di contribuenti, erano superiori a 100.
E se contiamo le pagine in cui erano contenute le scadenze ci accorgiamo che nell’anno 2016 erano 1.058; nel 2015 erano 801, mentre erano 869 nel 2014 e 920 nel 2013.
Per dare una più concreta visione assumiamo come riferimento le 885 scadenze delle società di capitali: dividendole in 250 giorni lavorativi di 8 ore, otteniamo lo sconvolgente risultato di una scadenza ogni 2 ore, 15 minuti e 59 secondi!
Il rappresentante legale di una società di capitali, per esempio, che deve gestire oltre alle 885 scadenze della società, anche le 471 personali come persona fisica si trova a gestire, nell’arco di un anno ben 1.356 scadenze (471 + 885). Il che, sempre nei 250 giorni di cui sopra, fa una scadenza ogni ora, 28 minuti e 50 secondi.
Non servono commenti.
Più volte nelle disposizioni legislative è stata prevista l’introduzione di semplificazioni al fine di ridurre il peso della burocrazia, nonché per “limitare al massimo l’aggravio per il cliente” e “ridurre quanto più possibile lo sforzo del contribuente”.
Spesso però, dopo un iniziale intervento in tal senso, sono state introdotte nuove e più complicate disposizioni.
Vogliamo, per finire, fare una riflessione: quando il marasma burocratico era inesistente e le scadenze erano poche decine in tutto l’anno, si urlava e si inveiva contro l’evasione fiscale.
Esattamente come oggi.
Ma allora, si chiede il cittadino comune: a cosa servono la burocrazia, i moduli e gli adempimenti?

Le nostre 73 proposte

1) STATUTO DEL CONTRIBUENTE

Elevazione in Legge di rango costituzionale con esplicito divieto di deroghe nella Delega per la Riforma fiscale.
-“Il punto non è quello di riqualificare lo Statuto del Contribuente a norma di rango costituzionale, perché in esso sono già contenuti i principi della Costituzione. Il punto piuttosto è quello che lo stesso viene sistematicamente derogato. In questo senso anch’io devo fare un mea culpa, in quanto nel 2006 fui costretto, cosa che non avrei mai voluto fare, a derogare alcuni principi base a causa della disperata situazione di finanza pubblica che trovammo. E’ chiaro quindi che lo Statuto dovrebbe rappresentare un sistema di norme da applicare sistematicamente e automaticamente, ma è pur vero che le esigenze di bilancio di ogni anno ne pregiudicano la stessa applicazione.” (Prof. Vincenzo Alfonso Visco, Luglio 2010 – ex Ministro delle Finanze negli anni 1993 e 1996);
-“Le eccezioni allo Statuto del contribuente negli anni sono la regola piuttosto che l’eccezione. Purtroppo negli interventi fiscali la retroattività si rende spesso necessaria per ragioni di copertura. Non toccare l’anno in corso può rivelarsi problematico.” (Dott. Vittorio Umberto Grilli, Ottobre 2012 – ex Ministro delle Finanze negli anni 2012 e 2013).

2) CONDONI

Prevedere espressamente il divieto di condoni e scudi fiscali.
La nostra proposta è di estendere anche ad essi quanto previsto per l’indulto dall’art. 79 della Costituzione, ovvero per la loro approvazione è necessaria una apposita Legge deliberata a maggioranza dei due terzi dei componenti di Camera e Senato, per ogni suo articolo e nella votazione finale.

3) TESTO UNICO FISCALE

“Norme fiscali basate su principi di chiarezza, semplicità conoscibilità effettiva ed irretroattività” quindi è necessaria la revisione del Testo Unico, da mantenere inalterato per almeno una legislatura.
Il riordino della normativa fiscale è improcrastinabile, considerato che, a parte l’IRAP istituita nel 1997, i Testi Unici così come i D.P.R. sono fermi agli anni che vanno dal 1972 (46 anni fa) al 1990 (28 anni fa).

4) DEDUCIBILITA’ INTERESSI

Ripristino immediato della deducibilità degli interessi passivi (abrogazione limite previsto dal calcolo R.O.L (Reddito Operativo Lordo).

5) VARIAZIONE DATA PAGAMENTO IMPOSTE REDDITI E IRAP

La nostra proposta è molto semplice:
L’attuale scadenza del 30.06 dovrebbe essere posticipata al 16.07.
La scadenza del 30.07 con la consueta maggiorazione dello 0,4% potrebbe essere sostituita da quella del 20.08. In questo modo si ottiene  di non continuare a prorogare la scadenza al 20.08, perché si stabilisce fin da subito.
Si ottiene in questo modo di non continuare a prorogare la scadenza al 20.08, perché si stabilisce fin da subito.

6) MAI PIU’ CLAUSOLE DI SALVAGUARDIA

La Legge di Bilancio 2018 n. 205/17 prevede al comma 2 l’aumento dell’aliquota IVA del 10% all’11,5% dall’anno 2019 e al 13% dal 2020. Mentre l’aliquota IVA del 22% passa al 24,20% dal 2019, al 24,9% nel 2020 e al 25% nel 2021.
Al fine di rientrare nei limiti e di assicurare una discesa graduale del peso del debito, l’Italia ha dovuto impegnarsi con un piano pluriennale credibile di tagli alla spesa e/o di aumenti delle imposte, a garanzia del risanamento dei conti pubblici. Con le clausole di salvaguardia, l’Italia promette all’UE di riuscire a migliorare i suoi conti nei vari anni. Se entro ogni anno, non risultano varate le misure necessarie per raggiungere tale obiettivo, automaticamente scattano aumenti di imposte, come l’IVA a tutela degli impegni assunti. Sottolineiamo che l’IVA è una tassa che colpisce tutti i cittadini indistintamente e quindi penalizzerà le categorie sociali meno abbienti, in contrasto con l’art. 53 della Costituzione.
Stante questa doverosa spiegazione, i partiti politici presenti alle prossime elezioni dovranno dire, prima di qualsiasi promessa elettorale, dove troveranno 40 miliardi di euro circa (stima al ribasso) per neutralizzare le clausole di salvaguardia in essere e garantire che non verranno più introdotte nuove clausole di salvaguardia, la “pistola alla tempia” del nostro Paese.

7) DISAPPLICAZIONE DELLE CLAUSOLE DI SALVAGUARDIA IN ESSERE PER NON AUMENTARE LE ALIQUOTE IVA

Disapplicare, come è stato fatto nell’ultima legge di bilancio, vuol dire neutralizzare, bloccare l’aumento dell’IVA.
Quindi se non disapplichi, l’IVA aumenta automaticamente. E ciò invece deve essere garantito fin da subito. No all’aumento perché genera contrazione nei consumi, aumento del costo della vita e possibilità di maggior evasione.

8) DEDUCIBILITA’ BENI USO PROMISCUO: NUOVI LIMITI

Rendere più semplice la deducibilità da parte di chi lavora a partita IVA dei costi sostenuti per i beni ad uso promiscuo come (es. auto, telefonia etc.). Si potrebbe stabilire un limite massimo ai costi deducibili da applicare ai ricavi stabilendo delle percentuali apposite così come avviene con le spese di rappresentanza.

9) RAVVEDIMENTO OPEROSO E DICHIARAZIONE INTEGRATIVA

La presentazione della dichiarazione integrativa che sostituisce quella presentata in precedenza nel caso in cui risultavano crediti da compensare relativi alle imposte IRES/IRPEF e/o IRAP, potrebbe causare un effetto a catena di avvisi bonari irregolari.
Per ovviare a questa serie di inconvenienti, si propone di predisporre un rigo all’interno della dichiarazione dei redditi o dell’IRAP così come è stato fatto nella dichiarazione IVA.

10) REVISIONE DEI COEFFICIENTI DI AMMORTAMENTO

Riteniamo urgente e improcrastinabile un aggiornamento dei settori di attività e una revisione dei coefficienti di ammortamento risalenti all’anno 1988, ma siamo contrari a qualsiasi riduzione delle aliquote.

11) REVISIONE DEI VALORI DI CONVERSIONE

Sarebbe senza dubbio utile rivedere, anche con piccoli arrotondamenti, tutti i valori che sono stati convertiti dal cambio lira/euro e che, attualmente, sono superati anche in considerazione del fatto che i modelli fiscali prevedono l’indicazione degli importi arrotondati all’euro.

12) SUCCESSIONI

Si propone l’abrogazione dell’obbligo di presentare la dichiarazione di successione anche nei casi in cui si è in presenza di immobili ma l’attivo ereditario non supera i 100 mila Euro.
Si potrebbe considerare necessario soltanto l’obbligo di presentare le volture immobiliari presso l’Ufficio del Catasto e/o l’Agenzia delle Entrate, allegando il prospetto di liquidazione delle imposte ipotecarie, catastali e di bollo, il modello F24 e le dichiarazioni sostitutive di atto notorio.
Nel caso in cui, invece, l’attivo ereditario abbia un valore superiore a 100 mila Euro e corra l’obbligo di presentare la dichiarazione, si potrebbe abrogare l’obbligo di presentare le volture immobiliari rendendo valide le sole presentazioni delle dichiarazioni di successione all’Ufficio del Catasto.

13) CANONE DI AFFITTO NON PERCEPITO – DIFFORME TRATTAMENTO FISCALE

Prevedere che anche ai contratti di locazione di immobili ad uso commerciale venga applicato il medesimo trattamento fiscale, in caso di canone non percepito, dei contratti di locazione degli immobili ad uso abitativo (art. 26 del Testo Unico n. 917/86).

14) CANONI DI LOCAZIONE – PRINCIPIO DI CASSA

Visto il perdurare della crisi e le grosse difficoltà degli inquilini nel pagare i canoni di affitto, e il carico fiscale dei proprietari costretti a dichiarare redditi di locazione non percepiti, riteniamo giunto il momento di cambiare quanto previsto dall’articolo 26 e considerare gli affitti reddito fondiario solo se e quando percepiti e, allo stesso modo, costi per le imprese al momento del pagamento.

15) 730 PRECOMPILATO – RIMBORSO AI CONTRIBUENTI SOLO DOPO IL CONTROLLO DELL’AGENZIA ENTRATE

Per i rimborsi superiori ad euro 4 mila riteniamo opportuno proporre la riduzione dei tempi del controllo preventivo dell’Agenzia delle Entrate e del termine in cui deve essere erogato il rimborso spettante al contribuente, eliminando così disagi ingiustificati ai dipendenti ed ai pensionati che non possono contare su una veloce monetizzazione del loro credito.

16) RIMBORSI FISCALI

Stabilire un identico criterio ed una tempistica perentoria tra la riscossione di un credito da parte del Fisco ed il rimborso di un debito nei confronti dei cittadini.

17) ACQUISTO IMMOBILI STRUMENTALI PER L’ATTIVITA’ DA PARTE DEI PROFESSIONISTI E DEDUCIBILITA’ DELL’IMU/TASI IMPRESE E PROFESSIONISTI

Deducibilità fiscale per acquisto di immobili strumentali inerenti l’attività da parte dei professionisti, così come previsto per gli imprenditori. Riconoscimento della totale deducibilità dalle imposte dirette e dall’IRAP, dell’IMU e della TASI versate per gli studi dei professionisti e per i capannoni delle imprese.

18) TRACCIABILITA’/POS

L’attivazione dell’obbligo del POS, anziché rappresentare un’opportunità per il cliente, potrebbe tradursi in un aggravio di costi per i soggetti interessati (imprese e professionisti con partita IVA).
Riteniamo quindi indispensabile la previsione di tutele a favore delle fasce deboli e precisamente:
– obbligare le banche ad non applicare costi per tali operazioni che attualmente sono più alti della media europea e spesso anche poco trasparenti in quanto non evidenziano le diverse componenti di costo;
– abbassare fino ai livelli dell’UE le commissioni a carico degli esercenti per le transazioni effettuate con carte di pagamento;
– agevolare i contribuenti obbligati ad aprire conti correnti e ad acquistare strumenti necessari per effettuare pagamenti tracciati (POS, carte di credito, bancomat);
– eliminare l’obbligo di uso della moneta elettronica per le persone ultra settantacinquenni che si trovano verosimilmente in difficoltà con i nuovi mezzi e spesso non hanno la competenza per controllare la correttezza degli estratti conto bancari, né per sapere se i costi loro applicati siano o meno congrui né, tanto meno, se i loro E/C di spesa contengono errori.

19) ABROGAZIONE IRAP PER PICCOLI IMPRENDITORI E PROFESSIONISTI

Se abolire l’Irap è davvero impossibile è necessario, anche in base alla ormai consolidata giurisprudenza di legittimità, occorre riconoscere in modo esplicito, il trattamento non impositivo nei confronti dei piccoli imprenditori e dei professionisti. E quindi creare una mappa di esenzione certa e non lasciata alla discrezionalità di alcuno.

20) ADDIZIONALE REGIONALE IRAP PER SOSTITUIRE L’IRAP

Modifica del sistema di calcolo e contemporanea eliminazione della dichiarazione: una rivoluzione semplicissima.
Il costo del personale desunto dal bilancio o dalla situazione contabile diverrebbe totalmente deducibile eliminando le deduzioni attualmente riconosciute.
Conferma di tutte le altre deduzioni in essere.
L’imposta IRAP si potrebbe così trasformare in una addizionale regionale da aggiungere all’IRES e da calcolare sul reddito civile maggiorato delle variazioni oggi utilizzate in aumento e in diminuzione (ad esclusione della piena deducibilità dell’IMU sui capannoni). (Nota: l’utile civile (o reddito civile) sono i ricavi meno i costi, senza alcun ripresa fiscale (costi non deducibili per il fisco, o ricavi non tassabili). In poche parole è quello che si legge dal bilancio aziendale vero e proprio.

21) FATTURAZIONE ELETTRONICA IN VIGORE DALL’ANNO 2019 IN VIA SPERIMENTALE ED ENTRO CERTI LIMITI

Occorre abolire la fatturazione elettronica o per lo meno procedere alla sua introduzione in modo graduale e in via sperimentale, fissando inizialmente un tetto sull’importo della fattura al di sotto del quale non vige alcun obbligo elettronico.
E’ necessario altresì disapplicare almeno per il primo anno ogni tipo di sanzione nei casi di errori non sostanziali.

22) DISCIPLINA FISCALE PER LE CONVIVENZE DI FATTO

Al fine di assicurare l’effettività della tutela dei diritti e il pieno adempimento degli obblighi derivanti dalla convivenza di fatto, le disposizioni che si riferiscono al matrimonio e le disposizioni contenenti le parole «coniuge», «coniugi» o termini equivalenti, ovunque ricorrono nelle leggi, negli atti aventi forza di legge, nei regolamenti nonché negli atti amministrativi e nei contratti collettivi, si applicano anche ai conviventi di fatto che hanno sottoscritto un contratto di convivenza.

23) DICHIARAZIONE IVA IN FORMA AUTONOMA – PROPOSTA DI NUOVA SCADENZA

Con la conferma di quanto previsto attualmente dall’art. 4, commi 1 e 2 del D.L. N. 193/2016, convertito in Legge n. 225/16, cioè dell’obbligo di inviare telematicamente la comunicazione in forma analitica dei dati delle fatture emesse e ricevute in sostituzione dello spesometro (e dall’anno 2019 la fattura elettronica) nonché dell’obbligo dell’invio telematico delle liquidazioni periodiche IVA, si ritiene opportuno e quindi si propone il ritorno:
– alla presentazione della Dichiarazione IVA annuale tra il 1° febbraio o marzo ed il 30 settembre;
– alla facoltà di presentare la stessa dichiarazione oltre che in forma autonoma anche in maniera unificata attraverso il modello REDDITI/IVA.

24) DICHIARAZIONE D’INTENTO E QUADRO VI DELLA DICHIARAZIONE IVA

E’ necessario abrogare il comma 1, lettera b), dell’art. 20 del D. Lgs. 174 del 21.11.2014, il quale prevede che il cedente o prestatore riepiloga nella dichiarazione IVA annuale i dati contenuti nelle dichiarazioni d’intento ricevute. La richiesta è un inutile doppione poiché i dati sono già stati forniti all’Amministrazione finanziaria.

25) COMUNICAZIONE TRIMESTRALE LIQUIDAZIONI IVA – PROPOSTA DI NUOVE SCADENZE

Si propone lo slittamento della scadenza prevista per l’invio telematico dei primi tre trimestri delle liquidazioni IVA, rispettivamente al 30 giugno, 30 settembre e 16 gennaio, nonché la previsione di esonero dei contribuenti (persone fisiche) con un volume di affari nell’anno precedente inferiore ad euro trentamila non in regime dei minimi e/o forfettari (perché sono regimi agevolati già esonerati dall’adempimento).

26) ESERCIZIO DETRAZIONE IVA – CORREZIONE TERMINI

Si propone di riportare i termini ad un più ampio arco temporale, che non è comunque quello previsto precedentemente (due anni), ma un anno e sei mesi. Visto e considerato che entro i termini del 30.06 si procede sicuramente alla chiusura del bilancio, i contribuenti in questa data dovrebbero essere in possesso di tutte le fatture di acquisto ricevute e relative all’anno precedente.

27) COMUNICAZIONE TRIMESTRALE LIQUIDAZIONI IVA – POSSIBILITA’ DI RAVVEDIMENTO OPEROSO

Per dare possibilità ai contribuenti di ricorrere al ravvedimento operoso è necessario correggere la norma attuale e prevedere un termine più lungo fra la lettera di compliance e l’avviso bonario che, attualmente sono troppo ravvicinate. Il termine potrebbe essere individuato nella data di scadenza della dichiarazione annuale IVA. Successivamente a tale data l’invio dell’avviso bonario sarebbe regolare.

28) MODIFICA DECORRENZA COMPENSAZIONE CREDITO IVA SUPERIORE AD EURO 5 MILA

Si chiede di modificare la decorrenza da cui è possibile compensare il credito IVA annuale superiore a 5.000,00 euro, dal giorno 16 del mese successivo a quello di presentazione della dichiarazione da cui emerge, al giorno 1 del mese di gennaio come avviene per i crediti da imposte dirette.

29) UTILIZZO DEL CREDITO INPS

E’ necessario abrogare la norma che blocca l’utilizzo del credito INPS oltre l’anno di maturazione, ed obbliga successivamente a tal periodo a presentare una domanda di rimborso.

30) RIVISITAZIONE DELLA BASE IMPONIBILE DELLE IMPOSTE DIRETTE

Drastico abbattimento della base imponibile sul quale si calcolano le imposte IRES e IRPEF dei cosiddetti soggetti con partita Iva riducendo le numerosissime riprese fiscali (costi non riconosciuti deducibili dal Fisco), semplificando il Fisco e snellendo i tempi degli adempimenti dichiarativi con il conseguente risultato positivo anche in termini di minor pressione fiscale.

31) RIORDINO “TAX EXPENDITURES”

Dal 2012 al 2016, come riportato dalla Corte dei Conti nel rapporto sulla finanza pubblica le “tax expenditures” (bonus, detrazioni fiscali, deduzioni, regimi agevolati, riduzioni di aliquote) sono salite da 720 a 799 e valgono 313 miliardi di euro.
Di queste agevolazioni fiscali circa 135 miliardi di euro riguardano carichi di famiglia, lavoro dipendente e assimilati, pensioni, ristrutturazioni edilizie, risparmio energetico, bonus mobili, spese scolastiche/universitarie, spese sanitarie, deduzione prima casa, cedolare secca, canone concordato, bonus 80 euro, oneri deducibili, contributi previdenziali, regime contabile forfettario e credito d’imposta arte e cultura.
Considerando intoccabile quanto sopra, si ritiene opportuna una razionalizzazione che possa permettere un recupero di risorse da utilizzare a riduzione della pressione fiscale senza arrecare alcun danno ai cittadini.

32) DETRAIBILITA’ DELLA SPESA SOSTENUTA DALLE PERSONE FISICHE

Introdurre il principio di detraibilità della spesa sostenuta dalla persone fisiche per far emergere il “nero” e contrastare maggiormente l’evasione, individuando spese per prestazioni di servizi, acquisto di beni e consulenze professionali per i quali è riconosciuta la detrazione in dichiarazione dei redditi. Prevedere la possibilità di aumentare, a seconda della tipologia di spesa, la percentuale di detrazione (soprattutto per le spese sostenute per la propria famiglia).

33) DETRAZIONI FISCALI A FAVORE DELLA FAMIGLIA PER ACQUISTI DI PANNOLINI E LATTE ARTIFICIALE IN POLVERE PER NEONATI

Se vogliamo aiutare la famiglia con provvedimenti a suo favore, se è interesse dei partiti incentivare la natalità, non riusciamo a capire ancora il perché ad oggi non viene riconosciuta una detrazione fiscale sull’acquisto dei pannolini e del latte artificiale in polvere per neonati.
Spesso i Governi si preoccupano dello stato delle nascite, che in Italia è bassissimo, ma per la loro incentivazione non si fa niente.

34) DETRAZIONI FISCALI PER CONIUGE A CARICO ELEVATE A 6 MILA EURO

In merito alle detrazioni per il coniuge a carico, appare sempre più inadeguato l’attuale limite di reddito (del coniuge) di euro 2.840,51 annue (5.500.000 lire dal 1986) per poterlo considerare fiscalmente a carico. E’ una norma che risale ad oltre 30 anni fa ed è opportuno che tale limite sia alzato almeno fino a 6.000,00 euro, così come fatto per i figli di età non superiore a 24 anni (limite 4 mila euro) con la Legge di Bilancio 2018 a partire dall’anno 2019.

35) RIVISITAZIONE DEGLI SCAGLIONI IRPEF O FLAT TAX

Equità e progressività dell’imposizione fiscale: la Fondazione Commercialistitaliani ritiene che tutto il sistema fiscale italiano debba ruotare attorno a queste due parole. Se a queste ne aggiungiamo altre due come debito pubblico e clausole di salvaguardia IVA da neutralizzare, è abbastanza facile pensare che la riduzione delle tasse è ancora una volta una favola da campagna elettorale.
Allo stato attuale più facile riordinare drasticamente le “tax expenditures” ricercando nuove risorse per poi ridurre le aliquote degli scaglioni dell’IRPEF (in primis le tre del 23%, 27%, 38%).
La flat tax, al 15%, al 20%, al 23% affascina la “platea”, ma fino a quando non avremo chiaro il nodo delle coperture, la certezza dell’equità e della progressività dell’imposta attraverso sistemi di no tax area, in che modo verranno riviste le deduzioni e detrazioni d’imposta attuali, è un sistema fiscale che potremmo definire nebuloso, opaco e incerto da realizzare.

36) BLOCCO AUMENTO ALIQUOTE TRIBUTI LOCALI

Nell’attesa di poter verificare una riduzione certa della pressione fiscale complessiva, è necessario garantire ai cittadini la sospensione, anche per i prossimi anni (e non solo per l’anno 2018) delle Leggi regionali e delle deliberazioni degli Enti locali, che prevedono aumenti dei tributi regionali e locali.

37) DICHIARAZIONE REDDITI E IRAP

Prevedere come in passato, l’unificazione delle due dichiarazioni e un solo invio e non più invii separati che raddoppiano il tempo impiegato.

38) DEPOSITARIO DELLE SCRITTURE CONTABILI

Dare la possibilità al soggetto depositario delle scritture contabili, di presentare la cessazione se entro 30 giorni dal venire meno del mandato professionale, la stessa non viene effettuata dal contribuente.

39) RIDUZIONE DEI COSTI DELLA POLITICA E DEGLI APPARATI

“Non puoi chiedere se non dai, non puoi ridurre se non autoriduci”. Riduzione dei costi della politica e dei suoi apparati, compreso l’abolizione delle Province, al fine di ridurre notevolmente la spesa corrente primaria e raggiungere il pareggio di bilancio per i prossimi anni.

40) COMMISSIONI FINANZE E BILANCIO DELLA CAMERA DEI DEPUTATI E DEL SENATO DELLA REPUBBLICA

Si propone che i componenti la Commissione Finanze e Bilancio di Camera e Senato, considerata la complessità della materia ed il relativo impatto sociale, siano scelti tra i parlamentari con specifiche competenze tecniche.

41) LAVORO SOMMERSO

Sì alla sicurezza sul lavoro e alla lotta al sommerso. Per disincentivare con efficacia il lavoro “nero” bisogna avere il coraggio di colpire con pesanti sanzioni, non solo le aziende che lo offrono, ma anche i lavoratori che lo accettano, soprattutto quando si tratta di secondo lavoro.

42) SBUROCRATIZZARE

Proseguire ulteriormente e celermente l’opera di sburocratizzazione eliminando, semplificando, snellendo tutti gli eccessi in tutte le sue realtà a livello locale, regionale, statale che ancora opprimono il Paese. La burocrazia “inutile” intossica il cittadino, gli fornisce un alibi per non rispettare la legge e fa perdere il senso delle Istituzioni.

43) CALAMITA’ NATURALI

E’ ormai indispensabile l’adozione di una Legge che sospenda automaticamente, all’atto delle dichiarazione dello stato di calamità naturale, ogni adempimento a carico dei soggetti colpiti.
I cittadini colpiti da eventi di tale portata, devono avere la certezza e la necessaria tranquillità di programmare il proprio futuro, con una Legge e non con Decreti o provvedimenti di urgenza.

44) ABROGAZIONE DEL MODELLO F23 E UTILIZZO DEL SOLO MODELLO F24

Si richiede l’abrogazione del modello F23 affinché venga utilizzato solo il modello F24 per tutte le modalità di pagamento, anche attraverso una riduzione dei codici tributo.
Inoltre si potrebbe prevedere che il contribuente possa pagare qualsiasi imposta e/o tassa dovuta tramite carte di credito, paypal etc.

45) F24 TELEMATICO E CARTACEO – PAGAMENTI EFFETTUATI DA PRIVATI CITTADINI ENTRO IL LIMITE DI EURO 3 MILA E SOLO CON F24 CARTACEO

Si propone di liberare i privati cittadini senza partita Iva dal giogo telematico. Essi dovrebbero avere la libertà di poter pagare le loro imposte con F24 cartaceo anche in presenza di compensazioni, anziché essere costretti, in assenza di mezzi e conoscenze personali, a dover pagare qualcuno che effettua il servizio telematico per loro conto. Pagare per poter pagare è davvero inconcepibile.

46) PAGAMENTI DELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE A PRIVATI CITTADINI (IL CASO DELLE PENSIONI)

E’ altresì necessario abrogare l’art. 1 comma 904, della Legge 208/1 e dare libertà e respiro ai pensionati, specialmente gli ultra settantacinquenni, attualmente costretti ad incassare la pensione tramite strumenti tracciati con apertura di un conto corrente bancario o postale. Eliminare gli obblighi oltre una certa soglia di età, specialmente a chi incassa pensioni inferiori a 2.000 euro è una questione di civiltà morale.

47) INVIO CERTIFICAZIONE UNICA AL 16.03 DI OGNI ANNO, ANZICHE’ IL 07.03

Si chiede che sia prevista la scadenza dell’invio della certificazione unica dal 7.03 al 16.03, affinché anche questa scadenza sia uniformata al giorno 16 come molte altre.

48) RATEAZIONE DEL SECONDO ACCONTO DELLE IMPOSTE IN SCADENZA IL 30.11

Si richiede di introdurre la possibilità di rateizzare il secondo acconto delle imposte in scadenza il 30.11 fino ad un massimo di 4 rate mensili.

49) REGIME CONTABILE FORFETTARIO, OBBLIGHI INFORMATIVI NELLA DICHIARAZIONE DEI REDDITI

E’ necessario adottare una espressa disposizione legislativa per cui i contribuenti forfettari sono esonerati dalla compilazione degli studi di settore e/o parametri. Sono altresì esonerati dalla tenuta della contabilità e il loro reddito si determina attraverso un coefficiente applicato ai ricavi o compensi. I costi sono irrilevanti. Nonostante ciò ancora oggi viene loro chiesto di fornire obbligatoriamente nella dichiarazione dei redditi alcune informazioni inutili come:
– costi ritenuti irrilevanti per legge;
– dati, importi, informazioni così come vengono richiesti nella compilazione degli studi di settore, dei parametri (abrogati dal 2018).
Sulla base di quanto sopra se ne chiede l’abrogazione.

50) IL SUPER AMMORTAMENTO SOFTWARE, TECNOLOGIE DIGITALI ANCHE PER SETTORE TERZIARIO, ARTIGIANATO E PROFESSIONISTI

Si ritiene opportuno comprendere nel super ammortamento i costi sostenuti da imprese e professionisti per l’acquisto di software e tecnologie digitali. Le imprese potrebbero essere agevolate nell’investimento per lo sviluppo dei sistemi di rilevazione delle giacenze di magazzino e i professionisti nell’ammodernamento dei programmi gestionali.

51) ISA (INDICI SINTETICI DI AFFIDABILITA’ FISCALE) – CAUSE DI ESCLUSIONE

Relativamente agli ISA è opportuno intervenire urgentemente per confermare quanto meno le stesse cause di esclusione e/o di compilazione presenti negli studi di settore (abrogati dal 2018), affinché i contribuenti sappiano se sono tenuti o meno alla loro compilazione.

52) LA CONTABILITA’ PER CASSA E GLI STUDI DI SETTORE DEL 2017: INCROCIO PERICOLOSO

Se l’assenza delle rimanenze finali di merci, prevista dal regime di cassa, determinerà una assai probabile perdita d’esercizio, cosa succederà con gli attuali studi di settore ancora in vigore per il periodo d’imposta 2017?
Quali saranno i risultati relativi al costo del venduto, alla durata delle scorte e alla rotazione del magazzino?
E ancora, quale sarà il comportamento dei nuovi indicatori applicati agli studi di settore con un reddito d’impresa negativo?
Sono, queste, legittime domande delle imprese in contabilità semplificata, che chiedono risposte immediate.

53) ABROGARE L’OBBLIGO DI PRESENTAZIONE DEGLI STUDI SETTORE CON SOLI DATI STATISTICI

Nell’attesa dell’addio definitivo agli studi di settore previsto per l’anno 2018, a partire dal periodo d’imposta 2017 si chiede l’eliminazione dell’obbligo di presentazione nei casi in cui i dati siano richiesti esclusivamente per fini statistici e non per rilevare la congruità (es. contribuenti con volume di affari compreso fra euro 5.164.568,99 ed euro 7.500.000,00; contribuenti che determinano il reddito con criteri forfetari e contribuenti che si trovano in una situazione di non normale svolgimento dell’attività). Attualmente esistono 8 cause di esclusione dagli Studi di settore, con obbligo per alcuni di allegare il modello. Dovrebbe essere sufficiente quindi indicare la causa e non compilare il modello che non può essere utilizzato ai fini della congruità.

54) LOTTA ALL’EVASIONE E ALL’ELUSIONE

Attuare una ferma e risoluta attività di prevenzione e di contrasto mirato all’evasione e all’elusione, i quali rappresentano i principali fattori che impediscono ad una azienda sana di competere lealmente sul mercato. Individuare e perseguire gli evasori colpendo tenacemente gli episodi fraudolenti. Individuare i veri artefici di evasione ed elusione, cessare la politica del “colpire tutti” in modo da non gravare sui contribuenti che adempiono regolarmente agli obblighi fiscali e che spesso pagano sanzioni per errori formali non legati all’evasione. I controlli devono divenire efficaci per reprimere l’illegalità e nello stesso momento devono evitare di essere considerati “un disturbo” per i contribuenti sani e regolari. Potenziare e valorizzare la professionalità dei funzionari dall’Amministrazione Finanziaria. Mantenere alta l’attenzione nel contrasto alle frodi e all’evasione internazionale, sull’effettivo utilizzo di sedi in paradisi fiscali, sulle società collegate, controllate, holding e off shore.

55) COMPENSARE I CREDITI VANTATI VERSO LA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE ANCHE CON LE IMPOSTE CORRENTI

Secondo le vigenti disposizioni i contribuenti che vantano crediti tributari possono utilizzarli in compensazione con un semplice mod. F24 sia per pagare debiti tributari correnti, sia per pagare quelli in Cartella (Nota: La cartella è il documento che si riceve dall’ Agenzia delle Entrate Riscossione, già Equitalia).
Le cose cambiano se il credito non è tributario ma è commerciale verso la Pubblica Amministrazione. Ferma restando l’impossibilità di compensazione con il mod. F24, è invece possibile compensare tali crediti con debiti presenti in Cartella. Per procedere alla compensazione, è necessaria una apposita certificazione della Pubblica Amministrazione.
Si ritiene opportuno fare un ulteriore passo verso i contribuenti e consentire loro di compensare il credito commerciale, naturalmente certificato, con i debiti tributari di qualunque genere anche non in Cartella e che emergono, per esempio, dalla dichiarazione dei redditi.

56) QUESTIONE MORALE E SENSO CIVICO

“Tutto ciò che appartiene alla collettività, allo Stato, non è considerato come cosa di patrimonio comune, bensì di nessuno. Il fenomeno dell’evasione fiscale guardato da questo punto di vista non è che un aspetto di una certa insofferenza verso ogni ordine statale” (Prof. Cesare Cosciani, economista – La Riforma Tributaria, 1950). La questione morale e l’etica devono essere un punto fermo e prioritario delle nostre Istituzioni e del mondo politico. Solo così possiamo ridare credibilità alle stesse affinché siano di esempio per tutti i cittadini italiani, anche nel contrasto alla lotta all’evasione ed all’elusione.

57) CIRCOLARI E RISOLUZIONI AGENZIA DELLE ENTRATE

Con l’approssimarsi del periodo delle dichiarazione dei redditi, ogni anno l’Agenzia delle Entrate emana pronunce, risoluzioni e provvedimenti in merito a questioni che riguardano gli stessi adempimenti dichiarativi (ben cinquantuno da Gennaio a Luglio 2017: n. 29 Provvedimenti, n. 2 Circolari, n. 20 Risoluzioni). E’ necessario creare un periodo di blocco della prassi. Ad esempio le circolari, le risoluzioni ed i provvedimenti relativi alle materie che riguardano gli adempimenti dichiarativi in corso dovrebbero essere predisposti entro il mese di Marzo.

58) DICHIARAZIONE IMU E TASI AL 31 OTTOBRE

Nell’ottica della semplificazione fiscale a favore dei cittadini, si ritiene opportuno uniformare la scadenza a quella del modello Redditi e IRAP (31.10), tornando di fatto alle previsioni esistenti nel periodo ICI.

59) IMU E TASI SECONDE CASE E ALTRI IMMOBILI – UNA SOLA IMPOSTA

Unire IMU e TASI su seconde case ed altri immobili sotto un’unica imposta. Ciò permetterebbe di ridurre e semplificare la vita dei cittadini che sono costretti in molti casi ad effettuare doppi conteggi e moduli per pagare le due imposte più odiate.
Quanto sopra, garantendo l’invarianza di gettito per i Comuni e nessun aumento di imposte per i cittadini, eliminando la possibilità per i Comuni di richiedere la TASI aggiuntiva pari allo 0,8 per mille (se non già richiesta) e tenendo ferma l’aliquota IMU (o nuova imposta unica) al 10,6 per mille.

60) DELIBERE COMUNALI – MODELLO STANDARD PER ADDIZIONALE, IMU E TASI

Creare tramite la Fondazione IFEL dell’Anci (Associazione Nazionale Comuni Italiani) un modello standard di delibera comunale dove gli Enti devono inserire le aliquote deliberate sia per l’addizionale comunale Irpef che per le imposte IMU e TASI. In tal modo i contribuenti potranno trovare facilmente e senza commettere errori, la corretta aliquota da applicare. La situazione odierna è un groviglio costituito da migliaia di delibere tutte differenti e spesso di difficile comprensione. L’adozione di un unico modello di delibera costituirebbe un risparmio di tempo e di energie, sia per i Comuni che devono adottarle, sia per i contribuenti e i professionisti che devono interpretarle.

61) IMPEGNO TELEMATICO INVIO DICHIARAZIONI FISCALI

Con questo emendamento si chiede di poter evitare di predisporre, compilare, stampare l’impegno telematico all’invio delle dichiarazioni fiscali, che deve considerarsi automatico con il conferimento dell’incarico e fino a revoca.

62) MODELLI RLI DA PRESENTARE ALL’AGENZIA DELLE ENTRATE IN CASO DI RECESSO ANTICIPATO O PROROGA DEL CONTRATTO DI LOCAZIONE

Si richiede di non dover più presentare il modello RLI presso l’Ufficio del Registro dell’Agenzia delle Entrate nel caso di recesso anticipato (visibile dal pagamento con mod. F24) o di proroga del contratto di locazione.

63) MODELLI RLI DA PRESENTARE ALL’AGENZIA DELLE ENTRATE IN CASO DI PROROGA DEL CONTRATTO DI LOCAZIONE CON OPZIONE PER LA CEDOLARE SECCA SUGLI AFFITTI

Si richiede di non dover più presentare il modello RLI presso l’Ufficio del Registro dell’Agenzia delle Entrate nel caso di proroga del contratto di locazione con opzione per la cedolare secca.

64) IPOTECHE GIA’ ISCRITTE AL MOMENTO DELLA CONCESSIONE DELLA RATEIZZAZIONE DA PARTE DELLA AGENZIA DELLE ENTRATE RISCOSSIONE

In questo particolare momento di crisi economica e di difficile accesso al credito bancario, il contribuente che ha correttamente presentato la domanda di rateizzazione dei debiti fiscali e/o la definizione agevolata dei ruoli (cosiddetta rottamazione delle cartelle) deve avere la possibilità, in caso di ipoteche presenti sui suoi immobili, di chiederne la cancellazione, anche in virtù di una univoca giurisprudenza in tal senso.

65) ATTO DI INTIMAZIONE PAGAMENTO – POSSIBILITA’ DI RATEIZZARE

Si chiede che sia concessa ai contribuenti la facoltà di poter rateizzare le intimazioni di pagamento loro notificate dall’Agenzia delle Entrate, prima che queste siano affidate all’Agente della Riscossione. Attualmente la rateazione è consentita soltanto dopo l’affidamento e ciò comporta un sensibile aggravio di costi.

66) RIPORTO PERDITE FISCALI CONTABILITA’ SEMPLIFICATE PER CASSA

Per interrompere la disparità di trattamento da sempre operante nello specifico caso, secondo cui i soggetti in contabilità ordinaria godono del diritto di detrarre le perdite fiscali dagli utili degli anni successivi mentre a quelli in contabilità semplificata tale diritto è negato per legge, si dovrebbe allargare la disciplina anche a questi ultimi assegnando loro la possibilità di riporto delle perdite.

67) TAGLIO CUNEO FISCALE E CONTRIBUTIVO

Secondo i dati OCSE il cuneo fiscale e contributivo in Italia assorbe il 47,8 per cento del costo del lavoro. Dall’indagine “Reddito e condizioni di vita” del 6 Dicembre 2017 dell’ISTAT si apprende invece che tale percentuale è pari el 46 per cento. Ove però si considerino altri oneri come l’IRAP, l’INAIL ed il TFR la percentuale aumenta al 54%. Per la Corte dei Conti “nel rapporto 2017 sul Coordinamento della finanza pubblica” il cuneo fiscale in Italia, fattore storico di freno per l’economia, è di 10 punti superiore alla media UE.
Tanto premesso, se davvero si vuole sostenere la crescita, rilanciando la produttività è necessario un intervento strutturale, tagliando il carico fiscale e contributivo sul costo del lavoro. Una riduzione strutturale di 5 punti di cuneo previdenziale permetterebbe di aver maggior liquidità in busta paga ai dipendenti, ed un minor versamento previdenziale da parte dei datori di lavoro.

68) RIDUZIONE CONTRIBUTI INPS E INAIL AL 50% PER NUOVI ASSUNTI

Con l’intento di promuovere l’occupazione, ai datori di lavoro che assumono lavoratori con contratto di lavoro subordinato a tempo indeterminato, così come previsto dalla Legge di Bilancio 2018 ma in maniera strutturale, dovrebbe essere riconosciuto, per un periodo massimo di 3 anni, l’esonero dal versamento del 50% dei contributi previdenziali e anche assistenziali nel limite massimo di 6 mila euro (e non 3 mila) su base annua.

69) REGIME PREMIALE – STUDI DI SETTORE E ISA

Per evitare una disparità di trattamento che sarebbe incostituzionale, i vantaggi derivanti dal regime premiale devono essere riconosciuti a tutti i contribuenti soggetti agli studi di settore e, in futuro, agli ISA (Indicatori Sintetici di Affidabilità), e non solo a una parte di essi.

70) AVVISI BONARI PAGABILI IN 120 RATE

Anche in questo caso, per evitare disparità di trattamento fra chi rateizza un avviso bonario e chi rateizza una cartella, proponiamo di uniformare il numero massimo delle rate. Attualmente gli avvisi bonari possono essere rateizzati in 8 rate trimestrali se il debito non è superiore a euro 5.000 e in 20 rate trimestrali per debiti superiori. Per le cartelle e per importi fino a 60.000 euro, le rate sono 72 mensili oppure 120 in caso di grave e comprovata difficoltà economica. Si chiede lo stesso trattamento per gli avvisi bonari.

71) ABROGARE L’OBBLIGO DI VIDIMAZIONE DEI LIBRI SOCIALI

E’ auspicabile un intervento che elimini l’obbligo di vidimazione dei libri sociali delle Società di capitali quali il “libro delle decisioni dei soci”, il “libro delle decisioni degli amministratori” e il “libro delle decisioni del collegio sindacale”. Ciò per uniformare la disciplina che non prevede tale obbligo per il libro giornale ed il libro degli inventari.

72) RIFORMA CATASTO

E’ una riforma prioritaria, necessaria ed importante per ridare equità alla tassazione sugli immobili. La riforma necessità un intervento urgente poiché, secondo gli addetti ai lavori, il tempo medio per attuarla è di cinque anni, anche attraverso un coordinamento ed una stretta collaborazione con i Comuni. Vista la lunghezza temporale, nel periodo transitorio potrebbero essere rivisti al ribasso i coefficienti applicati alle rendite catastali rivalutate, affinché il valore della base imponibile IMU e/o TASI si riduca e riporti nelle tasche dei cittadini un po’ di soldi da spendere per far girare l’economia.

73) ATTUAZIONE DEI DECRETI

Le grandi riforme per il rilancio dell’economia e per far ripartire il Paese avviate negli ultimi anni dai Governi sono rimaste sulla carta per la mancata emissione dei provvedimenti attuativi previsti dalle singole leggi (attualmente se ne contano 480 in attesa…).
I tempi lunghi sono incompatibili con le esigenze del Paese, si rende quindi indispensabile che le norme, una volta approvate, non rimangano sospese senza dispiegare i loro effetti. Diminuire l’utilizzo dello strumento attuativo è l’unico mezzo per una legislazione efficiente e tempestiva.
La norma originaria dovrebbe essere già chiara, completa e precisa nelle disposizioni affinché non sia necessario attendere un successivo Decreto che ne spieghi le modalità attuative.

 

 

 

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