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PARTE SECONDA: PROGRAMMA PER PUNTI

aggiornamento :12.51 05/04/2013

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Indice analitico

01. Riduzione dei costi della politica e zero privilegi
02. Riforma dei partiti – Riforma della legge elettorale
03. Misure anti-casta e criteri di candidabilità
04. Società a partecipazione pubblica
05. Strumenti di democrazia diretta
06. L’Europa dei popoli, gli Stati Uniti d’Europa
07. Contrasto alla finanza speculativa – Riforma bancaria
08. Debito pubblico – Risanamento delle finanze – Riforma tributaria secondo l’art. 53 della Costituzione
10. Riforma della giustizia
11. Riforma del sistema carcerario e Opg
12. Politica ambientale ed energetica
13. Beni comuni
14. Enti locali, politica urbanistica e del territorio, politiche abitative, infrastrutture, trasporti
15. Dalla crescita senza futuro all’economia sociale e sostenibile: la riconversione ecologica dell’economia
16. Giovani
17. Pubblica istruzione, università e ricerca
18 Lavoro e welfare
19 Politiche di genere
20 Unioni civili
21 Bioetica
22 Gli amici animali
23 Beni ambientali, artistici e culturali
24 Turismo
25 Mezzi di informazione e comunicazione
26 Sport
27 Terzo settore e volontariato, politiche planetarie e diritti umani, cooperazione internazionale, immigrazione e politiche di integrazione
28. Spese militari, pubblica sicurezza, protezione civile
29. Sanità

01. Riduzione dei costi della politica e zero privilegi

• tetto alla retribuzione massima degli eletti: Possibilità per i cittadini di fissare gli emolumenti degli eletti in occasione delle votazioni nazionali (vedi proposta di legge “Quorum zero più democrazia”)
• la retribuzione per la carica pubblica non é cumulabile con pensioni e altri redditi
• abolizione dei privilegi personali e dei vitalizi per gli eletti

• riduzione ragionata della retribuzione, rimborsi sulla base di pezze giustificative per l’attività politica effettivamente svolta e con tetti (es si rimborsa al max l’albergo a tre stelle, la parte restante la paga l’interessato)

• auto blu con autista consentite solo alle 4 più alte cariche dello Stato, ai ministri, ai Presidenti di Regione e ai Sindaci di comuni con più di 100.000 abitanti

02. Riforma dei partiti – Riforma della legge elettorale

• revisione legge sui rimborsi elettorali

• legge sui partiti politici che renda obbligatoria la trasparenza amministrativa dei flussi di cassa e che imponga un tetto di la spesa nelle campagne elettorali; istituzione di una Commissione presso la Corte dei Conti che, per il tramite della Guardia di Finanza, possa acquisire ed analizzare le movimentazioni di denaro a qualunque titolo effettuate da parte dei Partiti a far data almeno dal 2008

• limite al numero di fondazioni per il finanziamento ai partiti

• nuova legge elettorale con sistema proporzionale, riduzione soglie, ripristino preferenze, riduzione sottoscrizioni delle liste, possibilità per i cittadini comuni di raccogliere le firme

• elezioni primarie, per accedere alle liste, stabilite per legge
• accorpamento elezioni (ed eventualmente referendum) se sono nello stesso anno

03. Misure anti-casta e criteri di candidabilità

• impedire la formazione della casta politica con un limite ai mandati: massimo 2 mandati nella vita a livello regionale o nazionale,

• divieto di cumulo di cariche pubbliche elettive, di cariche istituzionali, di partito e associative

• legge sul conflitto di interessi in modo da impedire le concentrazioni di potere e l’uso della politica a vantaggio degli interessi economici di chi governa: non è candidabile chi ha interessi privati incompatibili con l’incarico che va a svolgere, chi possiede organi di stampa a livello nazionale o aziende con più di mille dipendenti

• I candidati devono non essere stati condannati in via definitiva per reati che il gruppo locale o in sua assenza il coordinamento nazionale giudichino incompatibili con i principi di LCI; non dvono aver già svolto due mandati per la carica in questione; si devono impegnare per la trasparente autoriduzione delle indennità ricevute se eletti.

• pene doppie ai politici sorpresi a rubare nell’espletamento del loro mandato

• le cause civili e penali di un politico non cadono in prescrizione

• istituzione di corsi di formazione “tecnica” per i futuri amministratori-politici

04. Società a partecipazione pubblica

• retribuzione massima degli amministratori pubblici e di società pubbliche o controllate non superiore a quattro volte la media dei salari nazionali per le società nazionali, non superiore a due volte la media dei salari nazionali per le società regionali e locali
• divieto di cumulo di cariche degli amministratori pubblici e di società pubbliche o controllate

• giro di vite sui benefit, sulle pensioni e le buonuscite “d’oro”

• analisi degli enti inutili (i cosiddetti “carrozzoni”) e loro eliminazione.

• la politica non deve influenzare le nomine degli aministratori

05. Strumenti di democrazia diretta

• approvazione della proposta di legge di iniziativa popolare “Quorum Zero – Più democrazia”

• abolizione del quorum nei Referendum (chi si reca alle urne decide; chi sta a casa, delega coscientemente la decisione ai suoi concittadini)
• regolamentazione Petizione (estendere la partecipazione ai cittadini con età maggiore di 16 anni; entro 3 mesi dalla presentazione il ricevente deve fornire una risposta)
• revoca del mandato (permette agli elettori di allontanare e sostituire un amministratore eletto per gravi inadempienze, sia a livello locale che statale)

• indennità dei membri del parlamento indicate dagli elettori, in fase di consultazione, agganciando l’indennità ricevuta al reddito medio della popolazione italiana e escludendo qualsiasi altra forma di retribuzione

• funzione legislativa e iniziativa delle leggi (dare l’opportunità ai cittadini in quanto popolo sovrano di proporre leggi su tutti gli argomenti come avviene in Svizzera)
• iniziativa di legge popolare a voto parlamentare e a voto popolare (non sarà più possibile vanificare il lavoro fatto per la raccolta di firme per la presentazione di leggi di iniziativa popolare a voto parlamentare, in quanto se esse non dovessero essere prese in considerazione, dopo un certo tempo passerebbero al voto popolare)
• referendum confermativo e obbligatorio (ogni legge elaborata dal Parlamento, se i cittadini lo desiderano, previa raccolta di un adeguato numero di firme, possa essere posta a votazione confermativa. Solo se i cittadini confermano, con il loro voto allora la legge entra in vigore. Particolare rilievo deve essere posto sui seguenti punti: modifiche alla costituzione, leggi elettorali, rimborsi elettorali, trattati internazionali che trasferiscono diritti di sovranità ad altre organizzazioni, decreti legge entro un anno dalla loro approvazione)
• promulgazioni leggi e risultati referendum (si propone di impedire che una legge che non abbia superato il vaglio del referendum confermativo possa essere ripresentata prima di 5 anni)
• referendum propositivo (dopo la raccolta di 500.000 firme si permette di votare solo tramite referendum una proposta di legge del comitato promotore. In caso di approvazione il legislatore non può cambiare la norma per i primi 10 anni, mentre un referendum a voto popolare può cambiarla in qualsiasi momento)
• firme elettroniche e cittadini autenticatori (oltre alle figure previste oggi per legge)
• materie di competenza (ai cittadini viene data la competenza su tutte le materie sulle quali sono competenti anche i loro rappresentanti)
• libretto informativo da far pubblicare e inviare a ogni elettore per assicurare una corretta informazione
• democrazia diretta a livello di enti locali (estensione dei referendum confermativi, abrogativi, propositivi senza quorum su tutti i temi di competenza degli amministratori e del diritto di revoca degli eletti)
• spazi pubblici gratuiti per la discussione delle iniziative e referendum

• ufficio dello stato a disposizione dei cittadini per la redazione dei testi di legge
• Revisione costituzione (partecipazione per mezzo del voto popolare alla modifica della costituzione italiana)

06. L’Europa dei popoli: gli Stati Uniti d’Europa nel mondo

• tavolo a livello internazionale ed europeo per mettere in discussione il ruolo e le finalità dell’Organizzazione mondiale del commercio (WTO), del Fondo Monetario Internazionale e della Banca Mondiale; riforma delle regole neoliberiste di commercio internazionale

• esclusione dell’agricoltura dai trattati del WTO

• divieto di controllo monopolistico e oligopolistico dei mezzi di comunicazione

• riqualificazione delle attività di cooperazione internazionale
• riduzione delle spese militari; politiche di pace, perseguimento della mediazione e della risoluzione negoziata nei principali focolai di conflitto esistenti in Medio Oriente -dalla Palestina alla Siria, dall’Iran all’Iraq; ritiro delle truppe occidentali dalla disastrosa guerra dell’Afghanistan.

07. Contrasto alla finanza speculativa – Riforma bancaria

• rigorosa regolamentazione degli scambi di borsa

• promozione di interventi, a livello nazionale e internazionale, per scoraggiare/eliminare la speculazione finanziaria attraverso la tassazione delle transazioni speculative

• tracciabilità dei movimenti dei capitali

• rinegoziazione dei trattati bilaterali con i “paradisi fiscali” transitati dalla black alla white list dell’Ocse
• riforma degli istituti di credito: separazione del credito finanziario da quello commerciale, divieto alle banche di aprire filiali offshore, maggiore controllo dell’operato dei gruppi bancari, facilitazione del microcredito e facilitazioni per l’avvio di micro imprese per soddisfare problemi locali e dare sostentamento alle famiglie

• abolizione degli aiuti con denaro pubblico per ripianare i debiti di istituti di credito privati dovuti agli investimenti finanziari

• valorizzare e promuovere il risparmio etico e del microcredito

08. Debito pubblico – Reperimento di risorse economiche per i programmi – Risanamento delle finanze – Riforma tributaria secondo l’art. 53 della Costituzione

• verifica del debito pubblico con la creazione di una commissione di indagine autorevole e imparziale che faccia luce sulle origini del debito e sulla legittimità di tutte le sue componenti, al fine di stabire se esistano parti di debito da rigettare. Mettere a punto una proposta di riforma fiscale e della spesa pubblica per giungere a una stabilità finanziaria

• restituire il debito solo se il denaro è stato utilizzato per perseguire il bene comune e se sono stati pagati tassi di interesse in linea con quelli applicati dalle banche centrali, perché sull’interesse comune non è lecito speculare

• recupero risorse dallo stop alle grandi opere inutili, dalla tassazione della speculazione finanziaria, dalla riforma tributaria basata sull’art. 53 della Costituzione, dalla lotta all’evasione fiscale, dalla riduzione delle spese militari, dal taglio agli sprechi e privilegi nella politica e nelle società pubbliche, dalla lotta alla corruzione. L’ammontare previsto delle entrate dovrebbe essere di circa 585 miliardi. Nel dettaglio:

1) recupero di gettito erariale di 160 miliardi annui tra IVA ed IRPEF;
2) recupero di 50 miliardi di evasione contributiva;
3) recupero di 35 miliardi dalla corruzione ( oggi quantificata dalla Corte dei Conti intorno ai 70 miliardi);
4) con l’eliminazione di tutti i tipi di cedolari secche i redditi comunque conseguiti andranno sottoposti ad IRPEF e quindi a progressività. L’applicazione dell’articolo 53 della Costituzione ai redditi da capitale ( cedole degli azionisti) alle rendite finanziarie e immobiliari renderà 20 miliardi circa;
5) con l’eliminazione delle agevolazioni fiscali (leggi voto di scambio) rappresentate da 270 miliardi annui, avremo le risorse( 60 miliardi circa) per finanziare le deducibilità delle spese primarie, necessarie per la riforma fiscale;
6) recupero dei miliardi occorrenti per gli F35 e con la netta riduzione delle spese militari ( intorno ai 50 miliardi).
• La Riforma fiscale secondo l’articolo 53 della Costituzione interessa 40 milioni di contribuenti rappresentati dai lavoratori dipendenti e pensionati che pagano, attualmente, il 93% dell’intero gettito IRPEF pur possedendo solo il 27% della ricchezza nazionale e da quei 4 milioni di precari, mascherati da false partite IVA. Questa riforma coinvolge le leggi 600/73, 917/86, 331/86 che permettono 450/500 miliardi di “sommerso” da evasione fiscale, corruzione e criminalità organizzata. Mettendo a imposizione non il reddito ma la capacità contributiva che si compone di tutti i redditi comunque conseguiti, tutti i patrimoni di qualsiasi tipo diminuite di tutte le spese necessarie per lo sviluppo della persona umana ( art. 3 Cost.), quindi non quelle sul lusso, otterremo redditi globali personali effettivi dai quali discende, con la deducibilità delle spese citate, la capacità contributiva effettiva. Effettività, non forfetarietà come invece oggi vige, è la parola che ricorre nei diritti e nei doveri sanciti nella prima parte della Costituzione.Cade dunque la necessità del modello ISEE in quanto ” tutti concorrono alle spese pubbliche in ragione della propria capacità contributiva. Tasse come l’IMU devono abbattersi sui redditi effettivi dedotti delle spese citate e calcolarsi sulla loro differenza la quale deve subire il criterio della progressività
• Programma di massicci investimenti statali, attraverso le risorse economiche reperite dalla riforma fiscale e da una maggiore razionalizzazione dell’attuale spesa pubblica, per il lavoro, le pensioni, le tutele sociali come il reddito garantito, per il risanamento del territorio, per la riconversione ecologica, per la sanità e la scuola pubblica.

9. Lotta alla corruzione, all’evasione fiscale, alle mafie e alla criminalità organizzata

• legge per la repressione della corruzione che preveda l’abolizione della concussione per induzione, l’inserimento del reato di autoriciclaggio, il ripristino di norme sul falso in bilancio;

• revisione del condono “tombale” e del decreto “Salva-Italia”, no a nuovi condoni; una tantum del 15% sull’ammontare dei capitali esportati illegalmente e condonati attraverso lo scudo fiscale del 2003 e del 2009 a titolo di saldo del debito fiscale

• una imposta una tantum del 30% sui patrimoni “non scudati” detenuti nei paradisi fiscali, in modo da avvicinare la tassazione italiana alle medie delle analoghe misure prese nei principali paesi industrializzati

• tracciabilità dei pagamenti superiori a 1.000 euro a fini anti-riciclaggio e dei pagamenti superiori a 300 euro a fini anti-evasione

• adozione di una politica antimafia che non sia solo di contrasto alla mafia militare, né di semplice contenimento, ma che punti all’annientamento delle mafie, in particolare quella finanziaria e quella che ha a che fare con la politica: inasprire il reato di “concorso in esterno”, introdurre il reato di auto riciclaggio, recepimento della direttiva europea sul riconoscimento del provvedimento di sequestro e confisca dei beni criminali per favorire l’azione di contrasto a livello transnazionale

• abolizione delle leggi che in qualche modo legalizzano la criminalità, come quella sugli appalti al ribasso o quella sulle liberalizzazioni nel settore del gioco/scommesse; introduzione di leggi per colpire le tecniche finanziarie creative che offrono alla mafia metodi perfetti per riciclare denaro “sporco”spostando 140 miliardi di fatturato dall’Italia ad altri paesi

• interventi per facilitare l’avvio di attività imprenditoriali legali nelle aree dove è più diffusa criminalità organizzata e per migliorare la normativa in materia di aziende confiscate
• istituzione negli enti locali di commissioni per l’analisi degli appalti e la prevenzione delle infiltrazioni mafiose.

10. Riforma della giustizia

• affermazione del principio della pena adeguata al reato e il diritto al processo per tutti;
• depenalizzazione di alcuni reati minori;

• pene severe per chi provoca e chi concorre a danni ambientali e alla salute pubblica;

• limitazione delle impugnazioni attraverso una maggiore discrezionalità del giudice;
• modificazione del regime della prescrizione e del processo in contumacia;
• adozione del rito flessibile che consenta di programmare la durata del processo;
• limitazione del numero di avvocati, introducendo concorsi come avviene per i magistrati;
• istituzione di un tribunale per provincia e una Corte d’Appello per regione;
• sanzioni pecuniarie ai ricorsi giudicati inammissibili in materia penale;
• varo di una legge per eliminare le inefficienze del sistema giudiziario;
• riduzione del numero di processi;
• assunzione di personale amministrativo negli uffici giudiziari;
• regolamentazione del sistema delle intercettazioni, tagliando quelle per i reati minori;
• avvio di un processo di informatizzazione e di un sistema informatico unificato a livello nazionale;
• maggior specializzazione dei magistrati;
• abrogazione della norma su prescrizione e processo breve

• introduzione e ratificazione del reato di tortura

11. Riforma del sistema carcerario e ospedali psichiatrici giudiziari (Opg)

• ricorso a misure alternative alla detenzione per i reati meno gravi e per le detenute madri ( case-famiglia protette)
• impiego di strumenti di accoglienza e supporto psicologico
• chiusura degli ospedali psichiatrici giudiziari (Opg) e creazione di nuove strutture adeguate a progetti terapeutico – riabilitativi individuali

12. Politica ambientale ed energetica

• il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare risulta essere storicamente il dicastero con meno risorse e quindi il più penalizzato; è necessario portare il bilancio ad almeno 700 milioni di euro l’anno, per consentire di avere le risorse sufficienti per finanziare anche interventi in particolare nel settore della difesa del suolo

• per quanto riguarda il sistema di governance in campo ambientale, istituire un’Agenzia nazionale autonoma che operi nel campo dei controlli ambientali, svolgendo a questo fine attività ispettive, analitiche e di ricerca sul campo e coordini un sistema integrato di agenzie ambientali

• lo stretto rapporto ambiente e salutedeve divenire un punto di fondamentale interesse e riflessione nell’ambito politico, scientifico, economico, culturale, universitario, della scuola e per

le organizzazioni dei lavoratori

• i crimini ambientali devono essere configurati, anche per legge, come crimini contro l’umanità. Bisogna sopperire con urgenza alla mancanza nel nostro ordinamento di una adeguata tutela dei beni ambientali, specie sotto il profilo penale, con l’introduzione, tra i principi fondamentali della Costituzione, del diritto alla tutela dell’ambiente da declinarsi, oltre che come diritto soggettivo, anche in termini di dovere, specie nei confronti delle successive generazioni. Una buona base di partenza è la proposta elaborata nella XV Legislatura dalla Commissione Bicamerale sul ciclo dei rifiuti, che aveva visto il consenso delle diverse forze politiche e che stabilisce di tutelare il bene giuridico “ambiente” non più con reati di natura contravvenzionale, bensì attraverso la previsione di specifiche fattispecie delittuose quali: disastro ambientale; traffico e abbandono di materiale radioattivo , associazione a delinquere, anche di stampo mafioso, finalizzata ai crimini ambientali

• l’Italia si trova in una delle aree maggiormente a rischio per gli effetti del cambiamento climatico e la conseguente intensificazione degli eventi estremi. La decarbonizzazione, l’uso efficiente delle risorse e dell’approvvigionamento energetico non sono un’opzione possibile, ma l’unica speranza di futuro. No alla bozza di Strategia Energetica Nazionale, posta in consultazione dal Governo Monti, in quanto ha un orizzonte temporale molto ridotto (7-8 anni) ed è fortemente contraddittoria laddove si attesta sull’obiettivo di fare dell’Italia un hub per il gas per l’Europa, che comporterebbe rischi enormi per l’approvvigionamento idrico e per fenomeni di micro sismicità

• piano energetico nazionale per una corretta valutazione della domanda e dell’offerta energetica, con una mappatura nazionale di decarbonizzazione e di uso efficiente delle risorse per tutti i settori, dalla produzione di energia elettrica ai trasporti, dall’industria ai servizi e al civile, per perseguire l’obiettivo del “Carbonio Zero” e ridurre drasticamente consumi energetici e dipendenza da fonti fossili (petrolio, carbone e gas), per programmare la chiusura dei grandi poli di produzione energetica già esistenti, inquinanti per l’ambiente e dannosi per la salute; no a estrazioni di greggio dai nostri mari, nessun nuovo rigassificatore; piano di transizione, con la progressiva chiusura delle centrali alimentate con i combustibili fossili, a partire da quelle a carbone (il più inquinante per il clima e la salute), no a riconversioni di centrali a carbone né combustione di rifiuti

• piano di riqualificazione del patrimonio edilizio e di efficienza energetica, con l’obbligo per tutte le nuove costruzioni di essere in classe energetica A dal 2015

• sostegno a fonti energetiche rinnovabili con il minimo impatto ambientale:

– generatori eolici di taglia media e piccola, con divieto di maxi eolico nelle aree di pregio

– solare termico e riqualificazione energetica degli edifici, con riduzione dei coefficienti IMU

– solare fotovoltaico sul costruito e non su terreni agricoli

– micro idroelettrico, anche per sfruttamento di correnti e maree

– energia da biomasse solo con sottoprodotti agricoli e forestali locali e nel rispetto di rigidi parametri a tutela della popolazione e dei territori ; stop produzione agro combustibili. La produzione di energia da biomasse non rappresenta una valida alternativa ai combustibili fossili ed è insostenibile quando si esce dalla semplice logica del riutilizzo, all’interno di piccole aziende agricole, di scarti e residui di provenienza aziendale o comunque di un’area molto circoscritta. Eliminazione dei contributi statali denominati Cip6 per le fonti energetiche non realmente rinnovabili e definite “assimilate”: l’attuale regime di incentivazione dell’energia da biomasse spinge il mercato verso una corsa alla realizzazione di impianti di grossa taglia assolutamente insostenibili sotto il profilo ambientale e pericolosi per la salute. Lo stesso vale per le centrali a biogas e gli impianti di biodigestione anaerobica proposti su tutto il territorio nazionale per conseguire, una volta realizzati, importanti incentivi economici

– incentivazione della ricerca per gestire l’intermittenza delle fonti rinnovabili nella rete elettrica e per elettricità da fusione fredda

• controllo prezzi alla fonte di gas e petrolio e calmiere delle tariffe di gas da riscaldamento per le categorie disagiate

• iniziative per ridurre drasticamente la produzione e immissione in ambiente di anidride carbonica e altri gas serra e di sostanze nocive e tossiche, con particolare riferimento al particolato fine e ultrafine, agli idrocarburi policiclici aromatici, ai metalli pesanti, al benzene, alle molecole diossino-simili (tutti agenti potenzialmente mutageni e/o epimutageni e quindi cancerogeni e teratogeni):

ampliamento delle reti di monitoraggio della qualità dell’aria, con utilizzo delle migliori tecnologie disponibili, in particolare nelle aree e nei distretti con presenza di altre rilevanti fonti d’inquinamento: aree industriali, grandi poli di produzione energetica, città con elevato traffico veicolare, aree aeroportuali e portuali;
allo scopo di ridurre i processi di combustione, principali responsabili dell’inquinamento atmosferico urbano, attuazione di politiche urbanistiche volte sia alla riduzione del fabbisogno energetico degli edifici grazie al miglioramento della loro coibentazione ed all’aumento dell’efficienza energetica degli impianti di riscaldamento-raffreddamento, sia alla riduzione della necessità di ricorrere all’uso degli autoveicoli per la mobilità urbana
piano per l’adeguamento delle infrastrutture e delle reti di trasporto e distribuzione dell’energia fondato sulle rinnovabili; riduzione dello spostamento delle merci su grandi distanze, disincentivazione del trasporto commerciale su gomma ed incentivazione del trasporto su rotaia e le cosiddette autostrade del mare
incentivazione della Mobilità Urbana Sostenibile potenziando il trasporto pubblico urbano, la modalità ciclo-pedonale , il car sharing, il bike sharing e il car pooling e agevolare la diffusione di veicoli a basse emissioni
• piano Nazionale per la gestione dei cicli della materia, per prevenire e ridurne la produzione, e riciclara al massimo, eliminando l’incenerimento e minimizzando l’interramento. L’Unione Europea, nel richiamare gli Stati membri ad una corretta gestione dei Rifiuti Solidi Urbani (RSU), ammette il conferimento in discarica e l’incenerimento dei RSU solo in assenza di valide alternative e come ultima opzione, poiché ritiene queste due metodiche di “smaltimento” antieconomiche e fortemente dannose per la salute e per l’ambiente.

Va sostenuta la politica delle cosiddette “R”: Riduzione della produzione dei rifiuti, Raccolta differenziata “porta a porta”, Riciclo, Riuso, Riparazione e Responsabilizzazione dei cittadini e delle istituzioni, così da evitare l’incenerimento dei materiali post-utilizzo e da ridurre progressivamente il loro conferimento in discarica dei rifiuti. E’ necessario che si arrivi ad un incremento delle filiere brevi del ciclo dei materiali post-utilizzo. La realizzazione di “grandi ATO”è incompatibile con tale esigenza e rispondente, viceversa, ad una logica accentratrice che allontana le scelte dalle comunità. Con la piena attuazione del tipo di gestione “sostenibile” il quantitativo di materiali che necessitano di un trattamento finale può essere ridotto in misura drastica e la parte residua può essere trattata, senza alcuna combustione nociva, con tecniche meccaniche di estrusione per attrito (tali sistemi sono peraltro già operativi anche in Italia, e non determinano danno alla salute e all’ambiente come accade invece nel caso di “chiusura del ciclo dei rifiuti” con inceneritori e conferimento in discarica:

– riciclo al 90% dei rifiuti urbani entro il 2016, con utilizzo della raccolta differenziata “porta a porta”

– obbligo del vuoto a rendere con cauzione per i contenitori di liquidi alimentari e di igiene e piano per la standardizzazione dei contenitori per liquidi

– obbligo dei compostaggi di qualità per tutti i bacini dei rifiuti, incentivazione del compostaggio domestico

– limite di rifiuti indifferenziati del 30% entro il 2015 e chiusura degli inceneritori in esubero

• l’acqua è una risorsa vitale non illimitata che va protetta con il risparmio e la razionalizzazione della sua distribuzione, con la salvaguardia e il risanamento degli ecosistemi e dei bacini idrici utilizzati per approvvigionamento di acque potabili, con un piano nazionale per il miglioramento del sistema degli acquedotti per diminuirne le dispersioni (attualmente intorno al 35/40% ), del trattamento delle acque reflue e con il loro riciclo, con concrete politiche di tutela e risanamento ambientale con il controllo delle attività zootecniche e industriali ad alto impatto ambientale anche attraverso l’attuazione del Codice di buona pratica agricola (Cbpa). Adeguamento delle tariffe per promuovere il risparmio idrico, la riduzione dell’uso di acque di qualità per usi non potabili con incentivi per il riuso dell’acqua in impieghi compatibili. Le normative italiane ed europee già esistenti a garanzia della potabilità e salubrità delle acque erogate alle popolazioni devono essere attuate concretamente e migliorate in modo da garantire una sempre maggiore tutela della salute e il pieno rispetto del Principio di precauzione. Non si dovrà più far ricorso all’istituto della deroga che ha permesso di destinare a consumo umano, nell’ultimo decennio, acque con elevati livelli di sostanze tossiche e cancerogene. La tutela della qualità e salubrità delle acque potabili deve realizzarsi anche attraverso adeguati provvedimenti idrogeologici e di risanamento delle reti idriche acquedottistiche (con rimozione dei tratti realizzati in passato con tubature in cemento – amianto)

• promuovere i prodotti biologici (alimenti, pulizia e cosmesi). E’ indispensabile incentivare le coltivazioni biologiche; sostenere programmi per una rapida eliminazione di pesticidi e fitofarmaci dalle pratiche agricole; avviare e diffondere l’agricoltura integrata anche con progetti di ricerca e riconversione al biologico. I Piani di Sviluppo Regionali (PSR) dovranno prevedere una revisione dei disciplinari di agricoltura integrata in modo che i contributi comunitari vengano erogati solo a fronte di una effettiva e controllabile riduzione dell’utilizzo di mezzi chimici di sintesi attuata mediante sostituzione – documentata – con misure alternative. Occorre poi obbligare alla riconversione al biologico o interdire le coltivazioni agricole in aree situate in prossimità di sistemi idrici che forniscono acque ad uso potabile. Va respinto con leggi chiare ogni tentativo di introduzione degli OGM nelle pratiche agricole locali per le irreversibili conseguenze di contaminazione dell’ambiente agricolo e delle catene alimentari ed è necessario il rigoroso rispetto del Principio di Precauzione, richiedendo in attesa di evidenze scientifiche certe, una moratoria sulla coltivazione in pieno campo degli OGM, i quali, indipendentemente dal possibile danno alla salute, contrastano con la biodiversità e la tutela di prodotti locali

• rendere più restrittiva la normativa nazionale relativa ai pesticidi, ai prodotti agroalimentari e agli articoli di largo consumo

• sulla base dei documenti ufficiali dell’European Environment Agency (EEA), che evidenziano rischi acclarati per la salute umana, e della recente classificazione da parte dell’Agenzia internazionale di ricerca sul Cancro (Iarc) dei campi elettromagnetici come cancerogeni di classe 2 B, servono norme e misure atte a ridurre – in prossimità di scuole, centri sportivi e aeree densamente abitate – questo tipo di energia non ionizzante; vanno riviste le norme che autorizzano, anche nelle scuole, le cosiddette “aree wireless”. Serve un piano nazionale per l’installazione dei diversi sistemi e strutture di emissione dei campi elettromagnetici in modo da avere una mappa con valori certi e noti di esposizione con campagne d’informazione e prevenzione circa i possibili danni alla salute connessi anche all’uso dei telefoni cellulari

• negli ambienti di lavoro, anche in applicazione della direttiva REACH (Registration, Evaluation and Authorisation of CHemicals) concernente la registrazione, la valutazione, l’autorizzazione e la restrizione delle sostanze chimiche, è necessaria la piena osservazione del principio di sostituzione delle sostanze nocive con sostanze innocue o meno nocive

• piani di gestione del territorio per proteggere la popolazione dal pericolo di contaminazioni provenienti da aziende con prodotti di lavorazione ad alto rischio per l’ambiente, prevedendo zone di rispetto idonee relativamente alla presenza di civili abitazioni e insediamenti umani come scuole, centri sportivi etc.

• elaborazione di Piani regionali per la bonifica dell’amianto che prevedano la sua totale eliminazione dagli ambienti di vita e di lavoro

• dare concreta attuazione alla Convenzione Internazionale sulla Biodiversità (CBD) e alle Direttive comunitarie per la conservazione della biodiversità, coordinando gli obiettivi della Strategia Nazionale Biodiversità con quelli stabiliti nei processi di programmazione economica nei diversi settori, anche per garantire nelle Leggi di stabilità la copertura delle spese obbligatorie per l’efficiente gestione delle Aree Marine Protette e delle Riserve naturali dello Stato

• dare adeguata e concreta applicazione alle convenzioni e direttive europee sulla conservazione della fauna selvatica e garantire il rispetto delle norme per la tutela di habitat e specie, in particolare quelle che disciplinano l’attività venatoria nelle parti in cui si limita o vieta la caccia nei periodi più delicati per la fauna selvatica (migrazione, riproduzione)

• intervenire sui settori economici che operano in mare con misure coordinate, atte a ridurne gli impatti

13. Beni comuni

• salvaguardia dei beni comuni che appartengono alla Collettività a titolo di sovranità e sono inalienabili ed inespropriabili . La demanialità di detti beni non può venir meno per effetto di atti legislativi o amministrativi, eventuali atti di privatizzazione sono contrari alla legalità costituzionale (interpretazione autentica dell’art.42 della Costituzione). Le proprietà demaniali vanno valorizzate e non svendute ai privati. Lo Stato deve gestire tali beni, per conto della comunità e con il criterio del buon padre di famiglia e della sostenibilità, rendendoli fruibili al meglio e con lo scopo – ove possibile – di aumentare i posti di lavoro, e l’attrazione turistica del paese

• a seguito del recente referendum, riconoscimento dell’acqua in maniera vincolante negli Statuti degli Enti locali come bene pubblico o bene dell’umanità, come riportato nella Dichiarazione dei Diritti dell’uomo, e il servizio idrico come servizio di interesse generale privo di rilevanza economica e senza finalità di profitto. Gli Enti che hanno in gestione l’acqua devono essere enti di diritto pubblico: la gestione pubblica di questa risorsa vitale può avvenire anche attraverso forme dirette di gestione comunale o di consorzio tra i comuni serviti dalle stesse fonti idriche

• istituzione di un Ministero e Assessorati per i Beni Comuni che tutelino per legge i beni comuni (acqua, ambiente, istruzione, sanità ecc) dalla mercificazione

14. Enti locali, politica urbanistica e del territorio, politiche abitative, infrastrutture, trasporti

• no a un federalismo inteso come strumento di riduzione del debito con il trasferimento dei costi della crisi dal privato al pubblico e agli enti locali e con il taglio lineare della spesa corrente; sostituire il “Patto di stabilità” con un “Patto di coesione nazionale” negoziato tra Governo e Comuni in modo da non svuotare questi ultimi di quell’autonomia sancita dagli Artt. 5 e 114 della Costituzione

• standardizzare i servizi e misurare di conseguenza il livello di adeguamento agli standard nei vari enti ( es. rapporto n, dipendenti/n. abitanti – rapporto personale/servizi erogati ecc..) a partire dai quali si fanno scelte per ottimizzare i costi;

• istituzione in ogni ente locale di un garante della legalità e, soprattutto, a tutela delle infiltrazioni mafiose; inserimento della figura del giudice conciliatore/ giudice di pace/ garante della convivenza civile e della legalità

• sul tema del corretto, pianificato e ordinato sviluppo urbano e rurale, l’Italia sconta una legislazione marcatamente arretrata rispetto ad altre realtà europee, basti ricordare i piani casa, la cosiddetta emersione delle case fantasma, le semplificazioni sulle decisioni in conferenza di servizi e la riproposizione periodica della proroga dei termini dei condoni edilizi. Nulla è stato fatto per intervenire fiscalmente per disincentivare il consumo di nuovo suolo e, al contrario, rendere fiscalmente vantaggioso le pratiche del riuso di suolo e della riqualificazione edilizia ed urbana, come già vent’anni fa veniva raccomandato nel V Programma di Azione Ambientale dell’UE (1992) e recentemente ribadito nella Comunicazione della Commissione al Parlamento Europeo, al Consiglio, al Comitato Economico e Sociale Europeo e al Comitato delle Regioni (Tabella di marcia verso un Europa efficiente nell’impiego delle risorse, Bruxelles, 20.9.2011). Va elaborata una nuova legge di governo del territorio, che aggiorni la normativa urbanistica ferma al 1942, riguardante il contenimento per via normativa del consumo di suolo, non solo agricolo (partendo dal recente disegno di legge proposto sul tema dal ministro delle Politiche Agricole) e introducendo una imposta selettiva che disincentivi il consumo di nuovo suolo su aree esterne al già insediato e sui beni paesaggistici ai sensi del Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio, D.lgs. n. 42/2004

• revisione dei Piani Regolatori e dei Piani di governo del territorio finalizzata al risparmio del consumo di suolo e alla cessazione della cementificazione. Introduzione del bilancio ambientale nazionale per conoscere anno dopo anno lo stato del territorio e il suo utilizzo. Inventario nazionale delle case, degli uffici e dei capannoni vuoti, come proposto dalla campagna “Stop al consumo di territorio”. Abbattimento delle strutture fuori legge; recupero e valorizzazione dei centri storici in maniera rispettosa dei vincoli ambientali, architettonici, storico-culturali

• revisione totale della normativa in materia di locazione e compravendita di abitazioni per dare sostegno alle fasce meno abbienti e alle famiglie in difficoltà: la necessità primaria è quella di realizzare vera edilizia popolare di qualità da utilizzare in affitto, con equo canone e di procedere alla requisizione momentanea, magari a rotazione, dei beni immobili inutilizzati da anni

• in questi anni il programma delle infrastrutture strategiche ha visto una lievitazione del numero di grandi opere e dei costi. Il settore dei trasporti è diventato, con una quota del 27% delle emissioni totali di gas serra, il settore economico che più contribuisce alle emissioni climalteranti in Italia;stop alle grandi opere che non siano più che convincenti dal punto di vista della sostenibilità ambientale ed economica e di un futuro caratterizzato dalla fine del petrolio; abolizione della legge Obiettivo (n° 443 del 2001) che è lo strumento legislativo che stabilisce procedure e modalità di finanziamento per la realizzazione delle infrastrutture, definite “strategiche” ma quasi sempre di dubbia necessità. La legge opera per il decennio dal 2002 al 2013, senza coinvolgere le popolazioni interessate e al di fuori degli interessi reali del paese

• puntare su ammodernamento e potenziamento delle infrastrutture esistenti, dando priorità: all’adeguamento della rete di ingresso alle principali aree urbane e alla rete ferroviaria ordinaria attraverso un nuovo Piano nazionale della Mobilità, da approvare con Valutazione Ambientale Strategica (VAS), che abbia al centro le aree urbane, il riequilibrio modale nel trasporto merci (con il graduale passaggio dal trasporto merci su gomma a quello su ferro e su acqua), la riduzione delle emissioni di gas serra rivedendo completamente le procedure derivanti dalla Legge Obiettivo, per garantire nella procedura di Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) l’informazione e la partecipazione dei cittadini e degli enti locali; abbandonare subito i progetti del ponte sullo Stretto di Messina (dal costo di 8,5 miliardi di euro) e della Torino-Lione

• su scala metropolitana e urbana, potenziare il trasporto collettivo costruendo reti di trasporto metropolitano e regionale integrate, incentivando la formazione di Consorzi ed Agenzie interistituzionali, e il Trasporto Pubblico Locale – TPL

• promozione del car sharing (macchine in condivisione) e del sistema Jungo

• lancio di un piano nazionale per sensibilizzare all’uso della bicicletta con il concorso di tutti gli attori interessati: revisione organica del Codice della Strada e delle norme tecniche che vanno rivisti per quanto concerne la mobilità ciclistica e pedonale e la moderazione del traffico; integrare gli obiettivi di ciclabilità nei Piani urbanistici e nei regolamenti edilizi, prevedere un utilizzo mirato degli oneri di urbanizzazione, ricalibrare gli standard di parcheggio; elaborazione/revisione dei Piani locali della Mobilità (PUT e PUM), alla luce degli obiettivi di riequilibrio e di sicurezza e redazione dei Piani per la sicurezza urbana alle diverse scale, recependo ed estendendo le direttive comunitarie in merito; sviluppo di un Piano Nazionale della Mobilità Ciclistica, prendendo esempio dalla grande maggioranza dei paesi europei; istituzione della rete ciclabile nazionale anche in funzione del cicloturismo e delle attività economiche collegate e definizione della segnaletica di direzione per i percorsi ciclabili urbani ed extraurbani; promuovere l’educazione stradale nelle scuole e una formazione adeguata per Pubbliche amministrazioni, per decisori e tecnici

• il rischio idrogeologico riguarda l’82% dei Comuni italiani. Gli eventi calamitosi si susseguono nonostante il Paese abbia gli strumenti normativi per intervenire, la situazione dei fiumi italiani peggiora continuamente a causa della generalizzata “canalizzazione” e della diffusa “infrastrutturazione della rete idrografica”, del consumo e dell’impermeabilizzazione dei suoli, della distruzione della vegetazione riparia. L’aumento della diversificazione nell’uso dell’acqua ha condotto ad uno sfruttamento incontrollato anche dove questa risorsa è carente. Anche grazie agli incentivi per le “energie verdi”, c’è stato un devastante incremento dei piccoli impianti idroelettrici, soprattutto sull’arco alpino; ma anche l’agricoltura, la florovivaistica e la zootecnia hanno prodotto impatti ambientali estremamente pesanti ai corsi d’acqua e alle falde in molte parti del Paese. Avviare la realizzazione, in collaborazione con le Autorità di Distretto, di un Piano pluriennale per la manutenzione del territorio e l’adattamento ai cambiamenti climatici, sollecitando al contempo il rilancio dei Piani di Assetto Idrogeologico (ex L.183/89), redatti dalle Autorità di bacino nazionali, approfittando della necessità di applicare la direttiva “alluvioni”, 2007/60/CE, anche e soprattutto per favorire azioni per una politica di adattamento ai cambiamenti climatici secondo i principi della rinaturazione, rimboschimenti rispettosi degli ecosistemi locali, coinvolgimento degli agricoltori nella cura del territorio.

15. Dalla crescita senza futuro all’economia sociale e sostenibile: la riconversione ecologica dell’economia

• partecipazione lavorativa e uguali tutele sociali, opportunità professionali all’interno di un’economia sostenibile dal punto vista ambientale e sociale che metta al centro la Persona, che possa far vivere tutti dignitosamente, che tenga conto degli equilibri del pianeta e delle generazioni future: queste sono le nostre linee di indirizzo, ricavate dalla Costituzione italiana e rimaste finora in buona parte inattuate dai governi

• ridefinire i tempi, le modalità, l’organizzazione del lavoro per consentire sia la più ampia partecipazione lavorativa sia un’economia sociale incardinata nel territorio come orizzonte di riferimento per la lotta alla disoccupazione e all’esclusione sociale, ma anche per la transizione verso modelli di produzione ecologicamente sostenibili sull’esempio dell’economia sociale, della cittadinanza attiva e del volontariato: riscoperta del mutualismo e della cooperazione, valorizzazione del capitale sociale, beni comuni, welfare territoriale, nuovo regionalismo europeo, nuove partnership tra enti pubblici, non profit e aziende socialmente responsabili in funzione della creazione di lavoro e della valorizzazione dell’ambiente

• promuovere l’ampliamento degli indicatori di base che sono utilizzati dalle politiche per verificare i livelli di progresso e di benessere delle società andando oltre gli indicatori economici classici, come il PIL

• nell’immediato servono misure per gestire l’emergenza, vale a dire disoccupazione, precarietà, disparità di tutele sociali fra categorie professionali, disparità di opportunità tra la piccola-media impresa e la grande impresa:

– promuovere un’adeguata rappresentanza della PMI, del settore artigianale, commerciale, del mondo dei servizi, del turismo e un riconoscimento del suo ruolo a tutti i livelli di interlocuzione istituzionale, in quanto componenti fondamentali del sistema economico e della società civile

– garantire certezza dei pagamenti da parte dello Stato, credito diretto alle imprese, sgravi fiscali “ragionati”, lotta alla criminalità che genera costi occulti aggiuntivi e revisione del sistema di tassazione delle imprese e delle persone fisiche. La riforma fiscale basata sull’art. 53, insieme alla nuova dimensione equa e trasparente, priva di quei fenomeni di concorrenza sleale indotti dall’attuale sistema tributario, genererà un contesto più favorevole allo sviluppo delle imprese

– disincentivare il fenomeno della delocalizzazione delle aziende attraverso l’agevolazione e la valorizzazione del prodotto di qualità fabbricato interamente in Italia secondo criteri sostenibili. Servono misure contro la concorrenza sleale e controlli severi dei prodotti di importazione, soprattutto, quelli low cost, verificando che siano stati rispettati i diritti dei lavoratori e la sicurezza ambientale

– agevolare forme di salvataggio di piccole aziende di qualità in crisi attraverso il metodo della cooperativa gestita da dipendenti che, investendo Tfr e indennità di mobilità, ne diventano proprietari

– rilanciare i negozi di vicinato disincentivando e contenendo l’espansione dei centri commerciali. No alla strategia della totale liberalizzazione degli orari di apertura sull’esempio dei grandi centri commerciali, la quale insieme all’aumento generalizzato dell’IVA e all’aggravio dei contributi previdenziali, penalizza notevolmente i piccoli e medi esercizi commerciali

– Per quanto riguarda le liberalizzazioni, è corretto colpire privilegi di tipo corporativistico, che nel nostro paese salvaguardano ordini professionali e alcune attività economiche protette. LCI , invece, è contraria alla liberalizzazione intesa come privatizzazione (e talvolta progressivo smantellamento) dei servizi pubblici come trasporti, strade, servizi postali, energia, (a partire da gas e benzina), scuola, salute, che devono essere svolti con criteri di efficienza ed economicità proprio in ambito pubblico, per garantire una eguale fruizione da parte di tutti i cittadini

• creare consapevolezza nei cittadini, nel mondo politico e in quello economico sulla necessità di produrre e utilizzare beni e servizi di qualità ecologica e ridotto impatto ambientale per tutelare le risorse naturali. Serve un’azione sinergica tra la politica e i vari portatori di interesse per attuare la “riconversione ecologica dell’economia”: il rapido esaurirsi delle risorse energetiche e l’inarrestabile dissesto ecologico in cui sta sprofondando la civiltà industriale rendono improcrastinabile la promozione di nuovi valori di riferimento, il ridisegno delle regole dello sviluppo, la rimessa in discussione degli attuali stili di vita dissipativi e l’implementazione di modelli innovativi di produzione, trasformazione e consumo delle merci.

Nello specifico:

– strategia nazionale per garantire l’avvio concreto degli interventi di bonifica attraverso un’azione coordinata con le Regioni competenti ed una messa in mora dei soggetti che a termini di legge hanno l’obbligo di procedere ai ripristini ambientali ed alla messa in sicurezza dei siti contaminati

– diffusione capillare della raccolta differenziata, promozione del risparmio energetico, contenimento dello sfruttamento delle risorse non rinnovabili, una politica energetica che deve spostarsi dall’uso dei combustibili fossili all’uso delle energie rinnovabili (come il sole e il vento), riutilizzo delle merci alla fine del loro ciclo di vita, tutela della biodiversità e dei beni comuni essenziali per la vita animale e vegetale, implementazione delle produzioni locali, delle coltivazioni biologiche, degli allevamenti non inquinanti;

– una serie di norme legislative volte a incentivare i comportamenti socialmente e ed ecologicamente più responsabili, attuati da imprese, enti pubblici e consumatori;

– politiche di lotta ai traffici delle eco-mafie, la difesa del paesaggio dalla cementificazione e in generale la valorizzazione dell’ambiente;

– la rivalutazione complessiva del ruolo dell’agricoltura multifunzionale nel mantenimento degli equilibri tra uomo e natura

• piano per politicheindustriali innovative in settori come quelli dell’energia, della chimica verde, della metalmeccanica, dell’edilizia, dei trasporti, della logistica, dell’estrazione mineraria, delle nanotecnologie, delle tecnologie dell’informazione secondo criteri di sostenibilità, rinnovabilità, durabilità, riparabilità, in modo da dotarci di un apparato industriale autonomo sul piano energetico, che ricicla tutto il riciclabile, che opera all’interno dei cicli naturali, che punta alla diffusione piuttosto che alla concentrazione, in modo da creare occupazione in ogni territorio e far viaggiare le merci il meno possibile. Sarà necessario e urgente diminuire l’incidenza nel ciclo produttivo delle materie prime più dannose per l’ambiente e puntare ad una produzione energetica «low carbon», capace di diminuire le emissioni globali anche eliminando il carbone dalle fonti energetiche.

Proposte:

– ridurre la produzione di rifiuti intervenendo nella progettazione dei beni e degli imballaggi, nei processi produttivi e nei consumi, favorire la riciclabilità, massimizzare il riciclo e sviluppare il riutilizzo. Le normative, per funzionare, dovrebbero essere state condivise e accettate dalle imprese;

– misurare le quantità di rifiuti effettivamente riciclate, oltre alle percentuali di raccolta differenziata attualmente utilizzate e fissare obiettivi minimi di compostaggio di rifiuti biodegradabili urbani a livello di bacino;

– sostenere in modo ragionato lo sviluppo della produzione e dell’utilizzo di materie prime biodegradabili

– adottare misure di fiscalità ecologica, spostando parte del carico fiscale dal lavoro e dagli investimenti, sul consumo di risorse, premiando – in termini di minore prelievo fiscale – il minor consumo di risorse, il riciclo e i minori impatti ambientali

– favorire il funding a basso costo delle banche italiane per finanziamenti ad aziende che fanno economia alternativa

– accrescere il contributo delle assicurazioni per il sostegno ad un’adeguata gestione del rischio ambientale, anche alla luce dell’intensificazione degli eventi calamitosi e delle necessità richieste dall’adattamento ai cambiamenti climatici

– sviluppare partenariati con università, enti di ricerca, distretti, reti d’impresa, sistemi territoriali, istituzioni e organizzazioni sociali per il sostegno di prodotti e «servizi verdi» e di progetti di eco-innovazione, di dimensioni significative, capaci di coniugare sostenibilità e competitività

• legge sulla Responsabilità sociale di impresa rendendo pubblici gli assetti proprietari delle grandi compagnie e trasparenti le attività delle aziende e le filiere (per provenienza, per caratteristiche delle varie fasi di produzione e per scomposizione dei margini del prezzo) in modo da poter permettere acquisti consapevoli e per limitare l’abuso delle catene di controllo delle aziende.

La “Responsabilità Sociale d’Impresa” serve per regolamentare il comportamento delle aziende (anche quelle a partecipazione statale) in relazione alle conseguenze che il loro comportamento implica sul piano economico, sociale e ambientale lungo tutta la filiera produttiva (rispetto dei diritti umani, dei lavoratori, protezione e salvaguardia dell’ambiente, protezione dei lavoratori e dei consumatori, salute dei cittadini, concorrenza, fiscalità, rispetto delle comunità locali)

• investimenti nei settori che potranno offrire da subito molti posti di lavoro: le energie rinnovabili “pulite”, il riuso e riciclaggio dei materiali, la bioagricoltura, la bioedilizia, il recupero dell’esistente e la riqualificazione energetica, gli interventi per rimediare al dissesto idrogeologico (il 70 % del territorio nazionale è in pericolo), la messa in sicurezza delle scuole, la riparazione e gestione degli acquedotti (il 40 % dell’acqua si perde nella rete di distribuzione), il completamento delle reti di raccolta fognarie e di depurazione, il miglioramento del trasporto pubblico urbano e regionale (in complesso il più arretrato d’ Europa), la manutenzione e fruizione dei beni culturali

• riforma della Politica Agricola Comune dell’Unione Europea per il periodo 2014-2020: l’agricoltura biologica deve assumere un ruolo completamente nuovo rispetto al passato, utile per il futuro di tutta l’agricoltura, diventando metodo produttivo di riferimento

• nel contesto della produzione agricola e zootecnica nazionale, no a ipotesi di sviluppo ed uso degli Organismi Geneticamente Modificati (OGM) che sono carichi di rischi non solo dal punto di vista ambientale (ad esempio con un incremento nell’uso di fitofarmaci, l’esatto contrario di quanto dichiarato) ma anche per gli impatti sociali ed economici collegati. Sono inoltre in contraddizione con uno dei punti di forza dell’Italia nel mondo: la bontà e genuinità del cibo.

• ridurre l’impatto dei prodotti chimici attraverso l’adozione ed attuazione di un efficace Piano nazionale per l’uso sostenibile dei pesticidi e garantire che in Italia continui ad essere impedita la coltivazione di Organismi Geneticamente Modificati (OGM) ed incentivare la sostituzione delle proteine vegetali OGM importate, presenti nei mangimi destinati alla produzione zootecnica italiana, con prodotti non OGM di produzione nazionale

•promuovere il ruolo dell’agricoltura nei territori montani e collinari e nelle aree protette, nonchè nelle aree urbane, anche nell’ambito dei programmi regionali di sviluppo rurale, per valorizzare filiere agricole di qualità ecologica e progetti legati alla multifunzionalità ed alla produzione sostenibile, in particolare affidando alle piccole imprese agricole la fornitura di beni e servizi diretti alla manutenzione del territorio. Tutelare le risorse naturali a garanzia della biodiversità con la collaborazione di agricoltori destinatari di misure fiscali agevolate

• preservare la destinazione d’uso ed arrestare il consumo del suolo agricolo a causa di insediamenti e infrastrutture; no al fotovoltaico sui terreni agricoli produttivi

• favorire l’occupazione giovanile in filiere agricole di qualità ecologica con misure di accesso agevolato al credito e agevolazioni fiscali in grado di ridurre il costo del lavoro o assegnando terreni di proprietà demaniale

• costruire un quadro trasparente di regole nella comunicazione al consumatore delle caratteristiche degli alimenti, della loro origine territoriale e delle modalità dei processi di produzione al fine di promuovere scelte responsabili e di orientare i consumi verso acquisti consapevoli di prodotti alimentari salubri, di prevenire e ridurre gli sprechi lungo tutta la filiera agroalimentare e di promuovere modelli di produzione, distribuzione e consumo basati su una filiera corta

• migliorare l’uso della risorsa idrica in agricoltura incentivando modalità razionali di irrigazione, anche attraverso il riutilizzo delle acque e la costruzione di piccoli invasi. Adottare specifiche iniziative per analizzare le cause e prevenire il fenomeno delle perdite e degli sprechi idrici in agricoltura e lungo la filiera alimentare

16. Giovani

Promuovere forme di apprendistato, tirocini e incentivi all’imprenditoria giovanile
Promuovere attività per lo svago e l’aggregazione che prevedano la responsabilizzazione e l’autogestione da parte dei giovani

17. Pubblica istruzione, università e ricerca

• estendere l’educazione civica e lo studio della Costituzione (come previsto dall’ODG dell’11 dicembre 1947 approvato dall’Assemblea Costituente) all’intero ciclo scolastico e anche a quello universitario in particolare sensibilizzando gli studenti a metodi e tecniche di lavoro di gruppo, alle modalità di presa di decisione collettiva e partecipata, alla risoluzione dei conflitti, all’alfabetizzazione delle emozioni, all’intercultura

• asili nido di competenza del ministero dell’istruzione

• rette scolastiche commisurate al reddito familiare, con l’introduzione di maggiori detrazioni delle spese a sostegno dell’educazione dei figli nella fascia 0/6 anni per i redditi ISEE inferiori ai 20.000 euro.

• no alle classi pollaio: aumento del numero delle classi ove necessario in misura adeguata all’apprendimento.

• reintegro delle ore tagliate e aumento degli insegnanti di sostegno per gli studenti disabili e certificati. Ridurre la disparità nord/sud nelle ore di sostegno

• attività di alfabetizzazione degli adulti (ad oggi ci sono 3 milioni di analfabeti e 26 milioni di persone la cui formazione si è fermata alla terza media)

• incentivazione dei corsi di aggiornamento professionale qualificati e certificati per tutte le professioni

• formazione permanente degli insegnanti di ogni ordine e grado e costante aggiornamento professionale; introduzione della valutazione degli insegnanti da arte degli studenti con incentivi economici e di carriera per gli insegnanti più meritevoli

• integrazione degli insegnanti precari e riduzione del turn over per garantire la continuità di insegnamento

• contributi economici per agevolare l’inserimento scolastico di persone disabili

• sostegno all’università pubblica per renderla indipendente dal finanziamento dell’industria privata. L’università pubblica deve essere uno dei luoghi in cui la Politica possa trovare una valida e libera consulenza sulle scelte da compiere e nuove idee per il miglioramento della società.

• tasse universitarie in base al reddito

• riduzione delle sedi distaccate create dopo la riforma Berlinguer: poche università di prim’ordine ma buone.

• contrasto del baronato e monitoraggio serrato delle assunzioni in Università con stringenti criteri di merito

• stipendio maggiormente perequato ai ricercatori

• riforma della didattica con soppressione del sistema a crediti che danneggia la qualità dell’insegnamento

• disincentivazione della doppia professione

18 Lavoro e welfare

• abolizione legge 30 (Biagi/Maroni) e ritorno all’art. 18 dello Statuto dei Lavoratori

• disincentivazione del precariato attraverso la semplificazione delle tipologie contrattuali con garanzia per tutti dei diritti fondamentali – no al contratto unico

• lotta contro il lavoro nero

• riforma generale del welfare per garantire continuità di reddito e accesso per tutti ai servizi fondamentali; avviare da subito dibattito su reddito di base, come richiesto dall’Europa

• rispetto delle leggi ed inasprimento delle sanzioni in materia di salute e sicurezza sul lavoro, come previsto dall’Europa

• no all’innalzamento generalizzato dell’età pensionabile e mantenimento delle pensioni di anzianità, tenendo presente che esistono lavori usuranti;

• introduzione di meccanismi flessibili per la scelta della età in cui andare in pensione

• introduzione di regole di uniformità nei trattamenti e nei versamenti dei contributi previdenziali e soprattutto, in nome dell’equità, fissazione dei tetti nei trattamenti a carico del sistema pensionistico pubblico

• no a pensioni d’oro, in particolare a quelle totalmente sproporzionate rispetto ai contributi versati in passato

• individuazione di nuove formule per garantire una più estesa partecipazione lavorativa e una migliore conciliazione dei tempi di lavoro e tempi di vita: ridurre l’orario di lavoro, favorire il part time e far decollare il telelavoro. L’Italia, considerando l’Europa, è ultima in classifica per il telelavoro: ha il 3,9% degli occupati contro una media europea dell’8,4%

• creazione di una rete nazionale di centri per l’impiego che per legge contribuisca alla previsione dell’andamento del mercato del lavoro, allo scopo di migliorare l’occupazione. I servizi devono essere gratuiti

• facilitare, grazie a corsi di aggiornamento certificati e controllati, il reinserimento dei disoccupati

• il lavoratore in mobilità deve rendere un servizio in un ente pubblico ( ora è tutto facoltativo e ci sono molte resistenze sia da parte dei lavoratori che degli enti)

• collaborazione tra l’ente provinciale e le scuole superiori per azione di sensibilizzazione dei giovani sulle opportunità professionali offerte dai settori sostenibili (bioagricoltura, ambiente, turismo, finanza etica, GAS)

• riaffidare il compito di assistenza sociale al settore pubblico

• aumento e miglioramento dei servizi all’infanzia

• sostegno alle famiglie attraverso agevolazioni fiscali, soprattutto per chi deve svolgere compiti di cura per bambini, anziani, malati, disabili

• in particolare per i disabili:

-Personale insegnante qualificato, perché essere insegnante di sostegno sia una scelta e non un ripiego
-Numero adeguato di ore di sostegno. Il numero di ore in una scuola superiore varia da 6 a 9, spesso suddivise tra diversi insegnanti. Ci sono inoltre disparità tra nord e sud
– Formazione permanente degli insegnanti di ogni ordine e grado per un reale coinvolgimento e una reale integrazione
– Contributi economici per l’inserimento in tutti gli ordini di scuole e non solo in alcune: es. la Regione sostiene i corsi di formazione professionale ma se un ragazzo disabile frequenta una scuola secondaria (es ragioneria o liceo) non viene dato niente.
– Il figlio portatore di handicap dovrebbe essere considerato equivalente a 3 figli, nel calcolo degli assegni familiari, ISEE, sgravi fiscali ecc.
– Alcune esenzioni o riduzioni, per es. dei caselli autostradali o del canone rai (come già si fa per gli ultraottantenni),o riconoscere buoni carburante o riduzioni spese gas/elettricità.

19 Politiche di genere

• va sostenuta la legge Mancino – attualmente disattesa dal Parlamento – che punisce non solo chi istiga all’odio razziale, etnico, religioso, ma punisce anche l’omofobia, l’odio e la violenza contro omosessuali e transessuali

• massiccia campagna di informazione e sensibilizzazione dell’opinione pubblica sugli stereotipi di genere dell’uso dell’immagine e del corpo della donna nella pubblicità e nei mass media;

• promozione dell’educazione al rispetto e alla parità di genere a partire dalla famiglia e dalla scuola;

• prevenzione della violenza di genere e tutela delle vittime

• miglioramento delle tutele sociali rispetto alla gravidanza e alla maternità, anche per le lavoratrici autonome e le piccole imprenditrici

•politica di incentivazione per il lavoro femminile: creando un incentivo fiscale attraverso il credito d’imposta per il lavoro dipendente corrispondente alle detrazioni non godute durante i periodi di inoccupazione dovuti a maternità e/o all’adempimento di oneri famigliari; riducendo il costo per le imprese del lavoro femminile attraverso la detassazione; potenziando il welfare aziendale che si è dimostrato uno strumento in grado di garantire servizi di alta qualità e flessibilità – sia all’estero che in alcune realtà italiane – per quanto riguarda i servizi all’infanzia (es. nidi d’azienda e creazione di strutture consortili che consentano anche a piccole e medie imprese di realizzarli). Diffondere efficaci pratiche di conciliazione famiglia-lavoro, quali tele-lavoro, part-time, flessibilità e banche ore, e il ricorso alla contrattazione aziendale di secondo livello per consentirne l’utilizzazione

• va garantito alle donne il diritto di accesso alla politica attraverso una revisione delle modalità, dei tempi e delle regole decisi da un sistema “maschile”

20 Unioni civili

• esistono diversi tipi di convivenza ed è doveroso mettere chiunque, indipendentemente dal proprio orientamento sessuale, nella possibilità di contrarre matrimonio senza discriminazioni.

• creare un ampio dibattito, rispettoso dei vari punti di vista, sull’adozione dei figli da parte di coppie omossessuali

21 Bioetica

• promuovere ampio dibattito sui temi della fecondazione assistita e sul testamento biologico

22 Gli amici animali

• realizzare campagne di sensibilizzazione affinché attività che hanno nello sfruttamento degli animali la loro principale caratteristica vengano sempre più ridimensionate e promuovere nuovi modelli di alimentazione che favoriscano una dieta a basso impatto ambientale con una riduzione del consumo di carne ed un maggior consumo di legumi, verdure, frutta biologici e a Km zero

• va fermato lo sfruttamento degli animali a fini economici e scientifici; riguardo alla sperimentazione animale va promosso l’uso di metodi alternativi

• vanno impedite la caccia le sofferenze degli animali negli allevamenti, nelle fasi di trasporto, nei macelli

• servono maggiori controlli sulle importazioni degli animali domestici, spesso gestite da mafie;

• serve una legge riguardante il sistema di gestione di canili e gattili

23 Beni ambientali, artistici e culturali

• l’Italia è la nazione che detiene il maggior numero di siti (47) inclusi nella lista dei patrimonio dell’umanità, oltre al “museo” diffuso costituito dai comuni italiani: sono 192 i Comuni Bandiere Arancioni e 205 i Borghi più belli d’Italia. Va sollecitata la piena attivazione delle competenze concorrenti Stato-Regioni in materia di valorizzazione e promozione dei beni e delle attività culturali, stabilite dal Titolo V della Costituzione, completando la pianificazione paesaggistica in tutte le Regioni

• nel settore dei Beni ambientali, artistici e culturali fermare i tagli indiscriminati, tutelare i diritti di chi opera in questi settori e creare più opportunità di impiego per i giovani attraverso nuovi bandi presso il Ministero per i Beni e le Attività Culturali (MiBAC), dare vita a stage e forme di tirocinio retribuiti, ad esempio per le attività di censimento del patrimonio culturale e del suo recupero

• riordino del Ministero per i Beni e le Attività Culturali (MiBAC) e Uffici periferici in quanto il Regolamento di riorganizzazione vigente (DPR 233/2007) non è chiaro sull’aspetto organizzativo. Con l’ultima “spending review” il MiBAC sta lavorando sull’accorpamento degli Istituti periferici; attualmente le risorse negli uffici periferici non sono adeguate all’effettivo carico di lavoro in capo alle Soprintendenze, in quanto c’è carenza di organico e di mezzi

• revisione del Regolamento MiBAC e delle normative in materia di Beni Culturali, in quanto il Dlgs 42/2004 che disciplina la materia di beni culturali e paesaggio (dopo la riforma del Titolo V della Parte II della Costituzione) non chiarisce in maniera soddisfacente le competenze dei soggetti coinvolti (Stato e Regioni) e delle diverse tipologie di soprintendenze

• censimento del patrimonio artistico, archeologico e monumentale possibilmente in collaborazione con le Università e incentivi ai soggetti pubblici a cui verranno dati in concessione i beni pubblici

• aumento dei fondi per la manutenzione dei beni

• incentivi per orchestre e Conservatori

• piano di recupero dei teatri storici

24 Turismo

• promuovere una politica turistica nazionale, rispettosa dei ruoli locali e delle prerogative regionali ma in grado di fare economia partendo da una definizione chiara del quadro delle competenze e anche del modello di vacanza, sempre più orientata verso viaggi più brevi e più frequenti e da cui emerge anche la “coscienza verde”, che presta nuova attenzione al viaggio per tratte meno lunghe, alle modalità di trasporto eco–compatibili

• per rendere l’Italia più competitiva sul mercato internazionale serve un Piano nazionale per la qualità, come hanno già da tempo hanno fatto Francia e Spagna, per sperimentarsi in progetti che valorizzano le vocazioni dei territori, in particolare, il Sud dell’Italia . Questo significa affrontare i problemi del buon uso del territorio, della criminalità e della sicurezza. Grande attenzione quindi alla nuova programmazione dei fondi strutturali 2014-2020

• incentivazione e sostegno al turismo eco-sostenibile, alla micro ospitalità, ai percorsi enogastronomici e ai musei

• potenziamento della rete dei parchi nazionali, regionali, aree marine, oasi protetta e promozione dell’educazione ambientale

• istituzione per i giovani dell’apprendistato stagionale durante le vacanze

• definizione di una legge severa per la prevenzione e la repressione del turismo sessuale

25 Mezzi di informazione e comunicazione

• approvazione della legge sul Conflitto di Interesse

• riforma dell’editoria stampata separando nettamente l’imprenditoria da gruppi di potere

• riforma del finanziamento pubblico alle testate in base al numero reale di copie vendute

• abolizione del contributo alle testate di partito equiparandole alle testate private

• incentivazione di natura fiscale per le attività editoriali minori

• applicazione dei codici etici e maggior controllo da parte dell’Authority

• riforma del servizio televisivo (no partitocrazia, tetto stipendi a manager, basta agli elefanti cioè manager/artisti pagati nonostante siano inattivi, utilizzo risorse pubbliche per programmazione di qualità, revisione del sistema Auditel e dei criteri di gradimento)

• istituzione di un Osservatorio sulle manipolazioni delle informazioni

• ri-nazionalizzazione del Servizio Postale e di Telecom, con calmierazione delle tariffe telefoniche

• liberalizzazione e ottimizzazione della rete Internet

26 Sport

• abolizione delle nomine politiche negli enti competenti, sostituendole con concorsi pubblici ispirati ai criteri di preparazione e competenza

• tassazione degli introiti pubblicitari, in particolare quelli televisivi, a favore delle strutture sportive pubbliche

• pari finanziamento statale per le diverse discipline

• riforma della Lega calcio, questione del calcio scommesse (giustizia sportiva + giustizia ordinaria)

• abolizione del “cartellino” dell’atleta fino alla maggiore età per non vincolare la pratica dello sport

• controlli rigorosi per impedire il doping

• potenziamento e sviluppo di centri sportivi pubblici per adolescenti

27 Terzo settore e volontariato, politiche planetarie e diritti umani, cooperazione internazionale, immigrazione e politiche di integrazione

• sostegno all’associazionismo e volontariato attraverso agevolazioni, aiuti e opportunità

• rispetto dei diritti umani e civili, sostegno all’educazione alla Cittadinanza mondiale, alla nonviolenza, alla cooperazione tra i popoli nel rispetto del principio di autodeterminazione, della sovranità alimentare, dell’impronta ecologica e degli equilibri ambientali

• definizione di criteri condivisi in sede europea per fronteggiare l’immigrazione irregolare e sviluppo della Cooperazione Internazionale quale mezzo per dare una vita dignitosa e diminuire la necessità di emigrare

• favorire il cambiamento culturale necessario alla futura società multietnica, garantire lo stato di diritto e il rispetto delle leggi

• abolizione dei Centri di Accoglienza e i Centri di Identificazione ed Espulsione e delle leggi Bossi-Fini, Turco-Napolitano e il decreto Maroni

• utilizzo di caserme abbandonate per istituire centri di inserimento e formazione (lingua, leggi costituzionali, mestiere)

• tutela della salute delle persone immigrate

• revisione del diritto di asilo per i migranti per motivi politici

• diritto di cittadinanza e voto per i nati in Italia (come previsto dalla Costituzione) e anche dopo 5/10 anni di residenza

• nomina dei rappresentanti delle comunità straniere, compresi Rom e Sinti

28. Spese militari, pubblica sicurezza, protezione civile

• revisione e taglio delle spese militari investendo su cooperazione internazionale, Difesa Popolare Nonviolenta e Servizio Civile Nazionale

• riduzione progressiva della spesa militare fino ad arrivare al disarmo, mantenendo solo Forze di polizia

• stretto controllo parlamentare delle Forze Armate

• riconversione dell’industria bellica a scopi civili

• messa in discussione dell’adesione alla NATO

• riforma e rilancio dell’ONU e del Consiglio di Sicurezza dell’ONU

• proposizione di trattati internazionali per la cessazione della produzione, commercializzazione e utilizzo degli armamenti convenzionali e atomici

• blocco e fine delle missioni militari all’estero

• istituzione di un corpo di polizia internazionale per la prevenzione dei conflitti

• chiusura della basi militari straniere sul territorio nazionale

• promozione di una nuova politica di pace, giustizia e collaborazione tra i popoli e applicazione della carta dei diritti umani

• risorse economiche congrue per apparato di difesa civile e soccorso tecnico urgente

• punizioni severe per l’abuso di potere

• numeri distintivi in chiaro su caschi e divise degli agenti

• adeguate risorse finanziarie ed umane per combattere criminalità organizzata e comune

29. Sanità

• assistenza sanitaria di alta qualità

• garantire uguale possibilità di cure a soggetti affetti da malattie rare, croniche e degenerative
• prevenzione attraverso la formazione dei cittadini, la promozione di stili di vita sani, controlli (obesità, diabete, fumo, patologie cardiovascolari, ipercolesterolemia, malattie trasmissibili, degenerative, patologie tumorali)
• formazione teorico-pratico degli Operatori Sanitari e revisione periodica delle procedure e delle organizzazioni, rispetto ai processi di apprendimento
• controllo delle strutture assistenziali, attrezzature e dotazione di personale in rapporto al bacino di utenza e alle esigenze del territorio
• revisione del sistema di attività libero professionale
• miglioramento della rete territoriale di assistenza distribuendo razionalmente i medici sul territorio
• promozione degli ambulatori 12/24, con prestazioni anche di medicazioni e piccola chirurgia;
• realizzazione dei progetti di assistenza domiciliare integrata
• garantire forme di Medicina Olistica e Omeopatica
• verifica del costo dei prodotti farmaceutici su scala internazionale con istituzione di una agenzia/sistema di controllo del costo dei farmaci rispetto allo standard internazionale; rispetto al costo dei trattamenti farmacologi, istituire nelle Regioni/ASL una commissione indipendente formata da stockholder (portatori di interesse), quindi anche persone di associazioni di consumatori,operatori sanitari ed economisti, che valuti l’adeguatezza dei costi dei farmaci in rapporto alle patologie

• per contenere le grandi lobby farmaceutiche, servono interventi puntuali come la revisione dei protocolli terapeutici, linee guida, paper-review, gruppi di pressione per cure di malattie particolari (rare, autoimmuni, neurodegenerative), ricordando che le priorità sanitarie devono essere decise dai governi

• facilitare la distribuzione di farmaci per malattie croniche e rare
• garantire la possibilità di cure alternative o complementari della medicina
• rifiuto dell’accanimento terapeutico
• abolizione del direttore amministrativo e sanitario e nomina con concorso pubblico, e non su base politica, di tutti i dirigenti
• pubblicazione di bilanci e di decisioni di ogni ospedale, delle ASL e della Sanità Regionale;
• valutazione periodica annuale dei direttori e dei dirigenti;
• programmazione del numero di iscritti a Medicina e a Scienze Infermieristiche in rapporto alle reali esigenze;
• incentivazione della ricerca medica e scientifica e abolendo gli esperimenti su animali (i cui risultati a volte non si possono applicare agli esseri umani) e ricorrendo a tecniche alternative come per esempio l’utilizzo di cellule staminali
• istituzione di strutture ospitanti e centri di aggregazione per anziani e assistenza a domicilio
• sostegno all’assistenza dei disabili da parte dei familiari garantendo ausili, prodotti di supporto, progetti educativi-riabilitativi, supporto psicologico
• prevenzione delle forma di disagio legate a senso di inferiorità, perdita del lavoro, abbandono, alcoolismo e condizioni di degrado sociale
• sostegno a chi si sente solo, depresso e difesa della legge Basaglia, con sua piena applicazione
• aumento delle disponibilità dei servizi sanitari per il controllo delle tossicodipendenze (SERT)
• difesa della legge 194 sull’aborto
• tutela della maternità consapevole e del diritto di autodeterminazione delle donne
• prevenzione delle forme di gravidanze precoci
• ristrutturazione, ammodernamento delle strutture e riqualificazione del personale per la medicina delle carceri
• controllo e verifica costante delle attività di vigilanza sanitaria in ambito alimentare, veterinario, agricolo, ambientale e lavorativo

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