Commento all’articolo sulle liste civiche con il pensiero di Roberto Saviano comparso su Repubblica del 4 giugno 2016
Su Repubblica del 4 giugno – in seguito ad un incontro della manifestazione “Repubblica delle idee” – è comparso un articolo in cui il famoso autore di Gomorra commenta la grande proliferazione delle liste civiche. Lista Civica Italiana (LCI), lo condivide in larga parte ma ritiene necessario fare alcune precisazioni.
L’articolo di Carmelo Lopapa inizia con questa frase attribuita a Roberto Saviano “ La politica ha abbandonato interi pezzi del Paese. Il proliferare di liste civiche ne è la testimonianza” e poco dopo continua con “si consente così a figure e settori della criminalità di partecipare direttamente al voto senza che i partiti se ne facciano carico”. Infine incalza il Direttore di Repubblica “E’ la fuga della politica e al contempo la paura di metterci la faccia”.
A fianco dell’articolo c’è un dossier che dimostra come nel tempo i partiti tradizionali evitino sempre più di utilizzare a livello locale i loro simboli preferendo nascondersi dietro i simboli meno identificabili delle liste civiche. Ovviamente la cosa non stupisce LCI vista la quantità di scandali che ogni giorno colpisce i partiti, diventati in gran parte strumenti di sopravvivenza per una casta di privilegiati.
Rispetto al senso generale dell’articolo LCI rivendica con forza che non si può far di tutta l’erba un fascio. Il fenomeno delle liste civiche non è alimentato solo dagli interessi della malavita e dalla implosione dei partiti tradizionali ma anche e fortunatamente da tanti cittadini che desiderano riprendersi l’onere e la soddisfazione di amministrare la propria comunità.
Per contro é anche vero che un gran numero di cittadini e di cittadine sono sfiduciati rispetto al ruolo che la politica dovrebbe svolgere e spesso non hanno avuto modo di formarsi una radicata coscienza civica. Questa situazione, risultato di molti anni di occupazione partitica delle istituzioni e delle amministrazioni locali, è un grande pericolo per la democrazia perchè lascia il campo sgombro alla casta e ai rappresentanti del malaffare.
Forse abbiamo toccato il fondo e potremmo iniziare a risalire.
In Italia è infatti in atto una rivoluzione strisciante – poco trattata dai media perchè potrebbe dare fastidio ai “manovratori” – che vede il fenomeno del civismo caratterizzato dal desiderio di salvaguardare e attuare i valori della Costituente del ’48 rianimando così le speranze di molti cittadini rispetto alla possibilità di condividere un programma – anche di livello nazionale – per amministrare puntando al bene comune.
In sostanza ci si sta rendendo conto che la democrazia rappresentativa e i partiti nella forma in cui sono stati concepiti sino ad ora (leader, organizzazioni piramidali, scarsità di meccanismi di controllo da parte della base ecc.) non bastano per ben governare le realtà locali e l’Italia.
Per evitare le storture – che condividiamo – denunciate nell’articolo, LCI sta elaborando un codice di comportamento che verrà redatto e condiviso con altri gruppi civici per permettere ai cittadini di distinguere le Liste Civiche “sane” da quelle “fasulle”.
Il codice indicherà alcune pre-condizioni “molto nette”: quali l’indipendenza dai partiti tradizionali, l’adozione di statuti comunali che diano ai cittadini gli strumenti di partecipazione della democrazia diretta, la fedina penale pulita per tutti i candidati. Sono previsti inoltre dei punti programmatici irrinunciabili quali: la drastica riduzione del consumo di suolo, il risparmio energetico e la lotta al cambiamento climatico, l’attenzione alle fasce più deboli della popolazione e all’economia solidale e tutti gli incentivi necessari a riavviare un’economia primaria territoriale per quanto riguarda il cibo, la casa e i servizi sociali di base.
Le liste che si auto-dichiareranno conformi al codice dovranno approvare delibere sicuramente in contrasto con gli obiettivi della casta e del malaffare e quindi i casi di dichiarazioni mendaci saranno facilmente individuabili.