Comunicato stampa del 22/12/2014
Tornare indietro di 166 anni! E’ questa, a conti fatti, la proposta di Matteo Salvini e di Silvio Berlusconi, che propongono la “flat tax”, un’aliquota fiscale uguale per tutti del 20% o addirittura del 15%.
Questa forma di tassazione proporzionale era stata inserita nell’art. 25 dello Statuto Albertino approvato il 4 marzo 1848: «Gli abitanti del regno contribuiscono indistintamente, nella proporzione dei loro averi, ai carichi dello Stato».
Quasi cento anni più tardi, il 23 maggio 1947, l’Assemblea Costituente elaborò il testo dell’art. 53 della Costituzione repubblicana che così recita: «Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva. Il sistema tributario è informato a criteri di progressività».
Oggi – dice Lista Civica Italiana – i due novelli “Robin Hood alla rovescia” propongono un’aliquota “piatta”, non più progressiva come sancito dai costituenti. Matteo Salvini dice chiaramente che si tratterebbe di una tassa “uguale per tutti, per ricchi e poveri”, ma Don Milani della scuola di Barbiana ci ha insegnato che “non c’è nulla che sia ingiusto quanto far parti uguali fra disuguali”.
Silvio Berlusconi va oltre: «Vogliamo cancellare il complicatissimo sistema attuale di aliquote differenti, di deduzioni, di detrazioni e sostituirlo con un’aliquota unica del 20%». Complimenti! Sono proprio le deduzioni e le detrazioni, oltre alle differenti aliquote, gli strumenti fiscali per tener conto del carico familiare del contribuente, cioè della sua effettiva capacità contributiva.
E’ la matematica a evidenziare che la aliquota unica corrisponde alla cancellazione dei princìpi di democrazia e di solidarietà sociale cui è improntata la nostra Carta Costituzionale.
Chi propone l’abolizione del criterio della progressività – dice Lista Civica Italiana – vuole dunque rompere il Patto Costituzionale andando contro agli interessi dei più deboli. In piu’, la “flat tax” è palesemente propagandistica e assolutamente inattuabile. Le aliquote vigenti sui redditi vanno dal 23% al 43%. Se tutti pagassimo con una aliquota unica del 15% o 20%, si creerebbe una voragine nel gettito fiscale e quindi nel bilancio dello Stato. L’aumento dell’IVA al 25% che, per altri versi, si profila minacciosamente all’orizzonte, scatterebbe sicuramente e ciò produrrebbe un nuovo aumento a carico di tutti in un modo, ancora una volta, regressivo e antisolidale.
Con le “tasse indolori” (IVA, accise, bolli…), come le chiamava Don Milani e con quelle proporzionali come la flat tax, si alleggeriscono le tasse ai benestanti per caricarle sulle spalle chi non arriva alla fine del mese. Viva il PdL, viva la Lega…
Note aggiuntive:
– la proposta della flat tax non prende in considerazione e nemmeno rende note le apposite coperture, che sicuramente sono molto rilevanti.
– in merito all’IVA la legge di stabilità 2015 in corso di approvazione con apposita clausola di salvaguardia, non riuscendo ad eliminare ma solo a rimandare di un anno le clausole ereditate dalla manovra dello scorso anno, prevede aumenti:
dall’IVA attuale del 22%, al 24% nel 2016, al 25% nel 2017, al 25,5% nel 2018.