Negli ultimi tempi stanno nascendo nuove iniziative politiche: tra queste – ad esempio – “Coalizione Sociale” di Landini e “Alternativa Libera” lanciata da alcuni parlamentari fuoriusciti dal Movimento 5 Stelle.
Lista Civica Italiana ritiene che una forza politica nascente non debba limitarsi alla presentazione dei propri valori ispiratori e dei propri obiettivi di programma; ritiene che ci debba essere la massima chiarezza sulle modalità con cui si intende fare politica.
Constatiamo infatti che quanti oggi hanno raccolto i voti della protesta e dichiarano di voler fare politica contro caste e privilegi, si guardano bene dal permettere la partecipazione diretta dei cittadini alle scelte e al controllo democratico.
Creare nuovi soggetti politici per fare “buona politica” è assolutamente auspicabile: i nuovi soggetti devono però dotarsi di regole e statuti che prevengano le degenerazioni della politica ben note agli italiani.
A questo proposito LCI ritiene che le regole che fanno la differenza siano:
1) Adozione dei principi della democrazia diretta all’interno del nuovo soggetto politico in modo che tutti i suoi aderenti dispongano, in qualsiasi momento, di strumenti statutari per mettere in discussione l’operato dei propri rappresentanti, revocarne la delega, proporre o abrogare iniziative e decisioni du qualsiasi livello.
Fondamentali anche le procedure di garanzia in caso di sanzioni (es. espulsione).
2) Assemblee territoriali e nazionale come unici luoghi in cui vengono prese le decisioni generali.
3) Nomina dei candidati attraverso modalità effetivamente partecipative e rappresentative dei territori. I candidati dovranno avere una storia di impegno personale che dimostri la loro credibilità, competenza e “generosità sociale”.
4) Indipendenza dai partiti tradizionali.
5) Eliminazione dei privilegi: il politico deve essere un cittadino tra i cittadini.
6) Revisione al ribasso degli emolumenti, un politico deve guadagnare come un qualsiasi normale cittadino.
7) Numero dei mandati limitato e ammortizzatori sociali necessari solo in caso di disoccupazione dopo il mandato.
8) Trasparenza contabile e gestionale dell’organizzazione politica.
9) Non candidabilità di politici che siano riconoscibili come rappresentanti di partiti tradizionali salvo eccezioni di manifesta e credibile rottura dal partito di provenienza.