Il 16 febbraio, a Sovico (Monza e Brianza), Lista Civica Italiana ha partecipato alla presentazione della RI-economy tenuta da Cristiano Bottone (il suo blog è https://ioelatransizione.wordpress.com/about/ ). E’ stato un incontro interessante e gestito con ritmo, alleggerito anche dalle frequenti battute e dai modi sorridenti di Cristiano. Presenti molti giovani: ottimo segnale!
L’approccio, che si rifà all’esperienza delle Transition Towns (http://transitionitalia.it), è positivo perchè anziché atterrire il pubblico con descrizioni a tinte fosche, cerca di far capire che una via percorribile per le comunità è quella di prendere coscienza delle proprie risorse a livello locale e di auto organizzarsi allo scopo di migliorare la propria vita e la propria capacità di rispondere con successo alle varie crisi (sociali, economiche, ambientali) : in questo modo si contribuisce anche alla diminuzione dell’impatto sul pianeta e non é poco…
Una delle cose più interessanti della serata è stata la descrizione di come tentare di rendere una comunità più capace di superare le crisi. In sostanza è emerso che:
- chi amministra un comune, sindaci in testa, spesso non ne conosce gli aspetti economici
- data la complessità di una comunità anziché affrontare tutti i settori la RI-economy si concentra solo su due ambiti: cibo ed energia
- spesso nelle comunità locali si creano gruppi omogenei che tendono ad isolarsi dagli altri (noi siamo bravi e abbiamo capito tutto, sono gli altri che fanno gli errori…) anziché cercare di coinvolgere tutte le forze positive presenti nella comunità: diversità =ricchezza
- nell’ambito della analisi sulle filiere cibo ed energia si cerca di capire come gli appartenenti alla comunità spendono i soldi disponibili (una parte resta nella comunità una parte esce e va altrove es. per pagare il gas ai fornitori nazionali), se ci sono margini di risparmio e cosa si può ottenere reinvestendo in loco i soldi risparmiati.
- le decisioni vengono prese all’interno della comunità (autodeterminazione)
Questi processi portano la comunità locale ad avere una visione, ad immaginare il proprio futuro.
Da questi percorsi nascono nuove attività e nuove imprese.
Le imprese esistenti e i servizi istituzionali iniziano a “ripensarsi”
Occorre liberare il genio collettivo della comunità.
A S.Giovanni Persiceto (Bologna 28.000 ab) dove è nata la prima comunità hanno individuato in 70 milioni di euro la quota di ricchezza che “usciva” dalla comunità: di questi se ne potrebbero recuperare almeno 7…
Per chi vuole approfondire:
https://ioelatransizione.wordpress.com/about/