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Tratto dal sito www.coordinamentonomes.it

Lista Civica Italiana ha inviato ai parlamentari il seguente testo per invitarli a non indebitare l’Italia con gli investitori esteri.

Comunicato stampa del 26 marzo 2020

Lista Civica Italiana appoggia le linee della a proposta (ancora in fase di ultimazione) di alcuni economisti, esperti di finanza ed altri intellettuali italiani tra cui Vadim Bottoni, Alessandro Coluzzi, Fabio Conditi, Nicoletta Forcheri, Antonino Galloni, Guido Grossi che si confrontano sul tema da anni e che chiedono di approvare un Piano di intervento da 350 miliardi di euro, suddiviso in 100 miliardi immediati e 250 miliardi a brevissimo termine.

Lista Civica Italiana, chiede al Parlamento e al Governo:
– una valutazione seria ed approfondita della proposta;
– un’ampia informazione pubblica;
– un confronto diretto degli autori del documento con rappresentanti del Governo e del Parlamento.

Lista Civica Italiana ritiene che l’Italia, colta in questo periodo di emergenza nella sua massima fragilità finanziaria, aggravata da un diffuso disinteresse della popolazione verso le istituzioni, può correre grandi rischi ma trovare anche grandi opportunità.
L’emergenza sanitaria può trasformarsi, pur con la sofferenza e il dolore causati dalla situazione, nell’inizio di una fase nuova di rinascita sociale, economica e civile.
Ogni speranza potrebbe però essere soffocata definitivamente se il Governo trascinasse il Paese e le generazioni future nelle paludi di quel grande prestito internazionale che molti avidi speculatori auspicano e sollecitano. L’esperienza della Grecia insegna!

Non abbiamo bisogno di prestiti internazionali. L’ alternativa al prestito internazionale, ma anche ad un eventuale prestito forzoso, è costituita dall’offerta alle famiglie italiane di strumenti finanziari semplici che proteggano il risparmio mettendolo al servizio della comunità.

L’Italia può infatti cogliere, con uno scatto d’orgoglio nazionale, le enormi opportunità offerte dalle circostanze, se cittadini, cittadine e Istituzioni insieme, decideranno di intervenire ben oltre l’emergenza, con uno sguardo verso la svolta epocale che sta interessando tutta l’umanità, prendendo decisioni politiche strutturali e coraggiose, lungimiranti, di ampio respiro.
Le azioni avviate dal Governo in questi giorni sembrano rispondere all’emergenza, e sebbene lo facciano con decisione e coraggio, mancano di prospettiva futura.

Lista Civica Italiana auspica che il rilancio dell’economia italiana sia connesso al Green New Deal Europeo e preveda investimenti per la transizione del sistema produttivo e industriale partendo dal contrasto al cambiamento climatico, dalla strategia energetica, dall’implementazione dell’economia circolare, dalla riconversione dell’industria delle armi, dalla bonifica e riconversione dei Siti Interesse Nazionale (aree industriali dismesse contaminate).

Questo è il tempo delle responsabilità condivise.

 

Allegato: estratto del documento

Riportiamo un estratto del documento degli economisti liberamente tratto da Lista Civica Italiana

INTERVENTI URGENTI E STRUTTURALI
VERSO NUOVI PARADIGMI

L’emergenza sanitaria ed economica, che è globale e sta sospendendo le libertà democratiche, spinge tutto il mondo verso mutamenti epocali, che si manifestano con interventi politici drastici, sorprendenti ed immediati.

Si intravedono nuovi auspicabili paradigmi globali:
– ricerca di equilibri geopolitici diversi e più sostenibili;
– la finanza viene ridimensionata e torna al servizio del lavoro e della produzione;
– la Politica governa la moneta e l’economia;
– il commercio globale si ridimensiona alla ricerca di scambi sostenibili;
– la produzione si orienta prevalentemente al mercato interno;
– la grandissima dimensione aziendale privata ha mostrato limiti insuperabili che vanno corretti;
– la democrazia e la partecipazione vanno rivitalizzate.

Scivoliamo verso la sospensione definitiva delle libertà costituzionali, o sviluppiamo una nuova capacità di decisioni trasparenti e condivise?

Ogni speranza di rinascita potrebbe essere soffocata definitivamente se il Governo trascinasse il Paese e le generazioni future nelle paludi di quel grande prestito internazionale che molti avidi speculatori auspicano e sollecitano.

NON ABBIAMO BISOGNO DI PRESTITI INTERNAZIONALI. TUTTI DEBBONO ESSERE INFORMATI A RIGUARDO.

L’Italia può invece cogliere, con uno scatto d’orgoglio nazionale, le enormi opportunità offerte dalle circostanze, se sapremo scegliere, popolo e Istituzioni insieme, di intervenire ben oltre l’emergenza, con uno sguardo verso la svolta epocale che sta interessando tutta l’umanità, prendendo decisioni politiche strutturali e coraggiose, lungimiranti, di ampio respiro.
Le azioni avviate dal Governo in questi giorni sembrano rispondere all’emergenza, e sebbene lo facciano con decisione e coraggio, mancano di prospettiva futura.
Questo è il tempo delle responsabilità condivise.
In questo documento sono raccolti i suggerimenti pratici in grado di trasformare l’emergenza in uno strutturale cambiamento di rotta.
Si prevede un Piano di intervento da 350 miliardi di euro, suddiviso in 100 mld immediati e 250 mld a brevissimo termine.
……….

Quadro d’insieme di interventi per un totale di 350 miliardi

Fase 1 (oggi). Misure immediate per 100 mld

Per tamponare l’emergenza sanitaria, il rischio reddito per famiglie e imprese e mettere le istituzioni finanziarie pubbliche in grado di sostenere misure strutturali, occorre portare nelle casse dello Stato liquidità immediata per un totale di almeno 100 miliardi. In questo modo si scongiura il prestito internazionale.
Le misure immediate più adeguate hanno natura transitoria, e andranno sostituite, non appena superata l’emergenza, da interventi più strutturali.

Possono essere di due tipi:

1) Emissione di Titoli di Stato a breve termine, garantiti e riservati esclusivamente al risparmio di famiglie, aziende, operatori nazionali
Tutto ciò consente di:
– mobilitare rapidamente al servizio della comunità parte del risparmio finanziario privato nazionale, di cui almeno 1500 miliardi sono disponibili (conti correnti e depositi) o facilmente liquidabili;
– mettere al sicuro questa preziosa risorsa nazionale, attualmente poco o male utilizzata e oltretutto a rischio di un prelievo forzoso col perverso meccanismo del bail-in;
– dare finalmente attuazione alla prescrizione costituzionale dell’articolo 47 che impone alla Repubblica di tutelare il risparmio;
– tranquillizzare i mercati che vedrebbero l’Italia impegnarsi autonomamente senza ricorrere a ulteriori prestiti con l’estero. Ciò porterebbe a una graduale scomparsa dell’odioso ricatto dello spread.
In questo modo si sostituisce di fatto il “debito pubblico estero”, concetto odioso, con ben più rassicuranti e graditi “strumenti di protezione e impiego del risparmio dei cittadini”.

2) Emissione diretta da parte del MEF di stato-note (denaro utilizzabile dalla pubblica amministrazione e dai cittadini/e ) a circolazione interna all’Italia, anche in versione elettronica.
Ciò consente di:
– coprire con immediatezza ogni esigenza della spesa non coperta da entrate;
– arrestare ogni trasferimento verso la popolazione di qualsiasi “turbolenza” dovuta ai mercati speculativi;
– contribuire al processo di sostituzione del debito estero.

Entrambe le misure – se presentate adeguatamente – saranno facilmente accettate dai cittadini, e sicuramente gradite dagli investitori che oggi, temono un default giustificato esclusivamente da moventi speculativi e politicamente arbitrari.
E saranno tanto più gradite e accettate se vengono accompagnate dall’impegno verso la popolazione da parte di Governo e Parlamento, ad implementare nella fase immediatamente successiva misure strutturali a favore di tutti.
In sostanza si tratterebbe di un nuovo patto sociale.

Fase 2 (3/6 mesi). Misure strutturali per 250 mld

1) Si predispone un piano strategico di investimenti produttivi per 250 mld.
Obiettivi:
creare nuovo lavoro sostenibile sia socialmente che ambientalmente;

acquisire aziende strategiche al patrimonio pubblico, necessarie a garantire alla cittadinanza ed alla struttura produttiva privata l’erogazione dei servizi essenziali (sanità, credito, energia, trasporti, logistica, ricerca, formazione e informazione, telecomunicazioni).

sostenere le piccole e medie imprese private;

rafforzare il mercato interno e riorientare la produzione.

Interventi per tutelare strutturalmente il risparmio pubblico e contemporaneamente metterlo al servizio della comunità:

1) Le istituzioni finanziarie pubbliche vengono messe a rapporto diretto e stringente con il Governo, ricapitalizzate, e vengono impiegate per creare la rete dei servizi.
In questo modo il Governo avrebbe un efficace strumento di trasmissione delle decisioni politiche prese dal Parlamento.
Si rimette l’apparato pubblico in grado di offrire a cittadini e imprese i servizi pubblici essenziali di elevata qualità.
È possibile ed auspicabile prevedere forme di partecipazione diretta alla proprietà popolare diffusa nelle aziende pubbliche che erogano servizi, accompagnate da forme di coinvolgimento nella gestione, al fine di assicurare il contenimento dei costi.

2) viene realizzata una piattaforma elettronica presso il Ministero dell’Economia e delle Finanze, con due finalità.
a) Consentire alle famiglie, aziende e banche italiane di effettuare Conti di Risparmio (CDR), volontari e trasferibili.
In tal modo si mette definitivamente al sicuro il risparmio nazionale, e si garantisce che sia sistematicamente utilizzabile per la sua fluida circolazione nel mercato domestico.
b) Si mette il MEF in grado di accreditare crediti fiscali trasferibili su appositi conti correnti fiscali intestati a tutti i codici fiscali/partite IVA.
Serve a garantire che ogni credito verso la pubblica amministrazione sia reso immediatamente disponibile per il cittadino, che potrà usarlo anticipatamente per effettuare pagamenti nel mercato italiano.

3) Viene aperto a tutti i cittadini su una banca pubblica da individuare, un conto corrente gratuito e con saldo positivo (es. 100 €), utilizzabile mediante convenzione con gli sportelli di Banco Poste o altri istituti residenti, anche privati.
Serve a collegare la struttura finanziaria pubblica alla rete delle banche private ed al sistema internazionale dei pagamenti.

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