skip to Main Content

Lista Civica Italiana sostiene la nascente Rete per la politicità sociale e invita tutti i propri simpatizzanti e sostenitori a leggere il documento “Policità sociale, la nuova frontiera della politica” perché ritiene che questo concetto debba essere fatto proprio da tutte le forze politiche che intendono rinnovare il modo di fare politica.

Nel documento si trova infatti una brillante analisi di Pino Polistena * del perché la politica, per come è organizzata al giorno d’oggi, è sorda rispetto alle esigenze e alle aspirazioni della cittadinanza. Si trova inoltre ben descritto il processo che porta all’inaridimento di organi fondamentali come il partito e la conseguente sfiducia nelle istituzioni. Fortunatamente non ci si ferma all’elencazione di ciò che non va. Una buona parte della soluzione sta nella creazione della politicità sociale che consiste nel dare alla società civile lo spazio politico e gli strumenti necessari per formarsi, confrontarsi, esprimere le proprie istanze e proposte, definire programmi elettorali, selezionare candidati e seguirne l’operato una volta eletti. Tutto ciò ridarebbe senso e concretezza alla sovranità popolare.

Una delle sedi naturali per poter sviluppare la politicità sociale è il partito a patto che questo preveda procedure democratiche, partecipative e trasparenti, e non sia più uno strumento utilizzato per fini personali o al servizio di gruppi di potere bensì una struttura al servizio della comunità.

È necessario inoltre che l’attività del partito sia ben distinta da quella delle istituzioni dello stato e che tra i due ambiti si crei un continuo confronto e un efficace controllo, oggi inesistenti.

Lista Civica Italiana sostiene la Rete per la politicità sociale perché ritiene che ci sia un fortissimo bisogno di cambiare le modalità di fare politica. Stiamo vivendo un periodo terribile e pericoloso dove proprio la mancanza di una politica capace di ascoltare i popoli e non i gruppi di potere dispiega tutta la sua potenza disgregatrice. Lista Civica Italiana nell’assistere alla ripresa in grande stile delle manifestazioni di piazza a favore della pace non può però fare a meno di affermare che la pace si costruisce con la politica di alto profilo fatta giorno per giorno con tenacia, capacità di ascolto e lungimiranza. Le manifestazioni di piazza quando le guerre sono ormai in atto rincorrono gli eventi, non cercano di dominarli. Che dei comuni cittadini e cittadine sentano la necessità di scendere in piazza e di comunicare al mondo la propria esistenziale voglia di vivere in pace con gli altri popoli del mondo e con il nostro pianeta è umanamente condivisibile. Il fatto a nostro avviso preoccupante è che una larghissima maggioranza delle organizzazioni umanitarie, ambientali e sociali continua a non voler utilizzare meglio la politica in nome di una apartiticità che, nel 2022, sta diventando sempre meno giustificabile. In Lista Civica Italiana ci sono persone che hanno dedicato la loro vita nell’associazionismo. Ebbene, queste persone pensano che sia venuto il momento di cambiare strategia. In piena pandemia, nel primo semestre del 2020, LCI ha promosso la formazione di un gruppo di studio riguardante proprio questo cambio; dal lavoro collettivo è nato un documento intitolato “Bozza di un’Arca per l’Italia”. Lo scopo di questo documento è quello di invitare ad una riflessione tutte quelle belle e generose persone che sono impegnate a migliorare la nostra società. Dopo una analisi della situazione al 2020 e dei risultati ottenuti dai gruppi e dalle associazioni a prezzo di fatiche inenarrabili, il documento evidenzia che questi enti di fatto lavorano “a valle” cercando di mettere pezze alle cattive politiche. Ora, se gli statuti dei gruppi e delle associazioni dichiarano la volontà di ottenere risultati concreti, se questi risultati non vengono o non sono affatto proporzionali all’enorme quantità di energie profuse, perché continuare a lavorare “a valle” senza porsi l’obiettivo di “andare a monte”, all’origine dei problemi ovvero nei luoghi dove si fanno le leggi? E quindi perché non pensare di dedicare una parte delle energie per far eleggere nei momenti chiave persone credibili e competenti? Perché non impegnarsi per ideare un partito radicalmente nuovo per metodi e obiettivi?

Ha ancora senso voler stare lontani dalla politica? La politica è necessariamente “sporca”?

LCI pensa che chiunque si batta per migliorare il mondo debba assumersi la responsabilità della sua visione e trasformarla in proposta politica. In questo senso LCI, formalizzata nel 2013, dopo aver visto naufragare tanti tentativi forse mancanti di valide analisi preparatorie, ritiene di poter essere un punto di partenza per un possibile rinnovamento della politica italiana basato su “cittadini protagonisti”, sulla nonviolenza, il riequilibrio umanità-pianeta e sugli articoli fondanti della nostra Costituzione.

Crediamo che il percorso debba iniziare dalle liste civiche locali, per poi passare al livello regionale e poi nazionale. Non amiamo i leader salvifici o i padri padroni, crediamo nel lavoro collettivo fatto da persone che vogliono riappropriarsi del proprio futuro. Non servono ingenti quantità di soldi: serve passione e una visione chiara del mondo e della società che si vorrebbero realizzare.

Non possiamo in poche righe descrivere bene tutte le riflessioni e le proposte del documento “Bozza di Un’ arca per l’Italia”. Invitiamo pertanto a leggerlo unitamente all’altro “Politicità sociale, la nuova frontiera della politica” e a restare in contatto con noi scrivendoci a info@listacivicaitaliana.org. Specifichiamo sin d’ora che il rinnovamento della politica passa anche da una nuova concezione della politica che a nostro avviso deve essere “dono” per la società in cui si vive. Pertanto, i cercatori di poltrone ben retribuite sono pregati di stare alla larga. Siamo stati chiari?

A breve daremo aggiornamenti.

(*) Giuseppe Polistena si è laureato in Filosofia a Messina e ha condotto una lunga ricerca filosofica e scientifica sul tempo, culminata nel 2016 con la pubblicazione di Diacronia. Saggio sull’ontologia del tempo (2016). Ha fondato la rivista filosofico-letteraria “Malvagia”, su cui hanno scritto autori come Carlo Cassola e Noam Chomsky e poeti come Alda Merini, Ignazio Buttitta e Franco Araniti. Da sempre interessato ai collegamenti tra la dimensione teoretica e quella politica, negli anni novanta ha ricoperto per un triennio la carica di coordinatore nazionale dei Verdi con l’idea specifica di favorire un cambiamento della forma-partito. Oggi è preside della Mile School di Milano, dopo aver diretto per molti anni i licei Gandhi e Manzoni.ha fondato il gruppo www.formeeriforme.it .

Back To Top
Cerca