skip to Main Content

Sarebbe bello se il 25 aprile qualcuno si aggiungesse a quanti stanno ricercando, con mente aperta, nuovi percorsi per attuare i principi della nostra Costituzione.

Da decenni assistiamo a cortei, bande, sfilate e tanti, troppi discorsi che rimangono nei fatti inattuati e così cresce la disaffezione verso la politica che ha accumulato un terribile ritardo rispetto alla scienza, alla tecnologia e alla finanza.

Ma una speranza di miglioramento ora c’è…

Cominciano ad esserci persone, gruppi, anche di giovani, che riflettono su quanto sarebbe importante per i popoli del mondo rinnovare le idee che riguardano la politica per poi costruire luoghi fisici, ma anche virtuali, per permettere alla cittadinanza di praticare la politica intesa come dialogo e confronto costruttivo tra tutte le persone che compongono una società, con i loro sogni, le loro contraddizioni, le loro esigenze vitali, tra cui, in primis, il desiderio di pace.

E infine, prendendo ad esempio l’Italia, dare seguito al confronto trovando le migliori soluzioni ai pressanti problemi che trasciniamo da anni come la sanità pubblica, il cambiamento climatico, l’illegalità diffusa, la scuola, l’informazione, l’evasione fiscale e lo spreco di risorse pubbliche.

Partiti strutturati in un modo radicalmente diverso, dovrebbero diventare il luogo ideale per dare corpo a quella funzione fondamentale che abbiamo chiamato “politicità sociale” e non dovrebbero subire ingerenze da parte dell’altra fondamentale funzione che abbiamo chiamato “politicità istituzionale”.

La politicità istituzionale è espletata nelle istituzioni previste dalla Costituzione, come il governo e il parlamento, in cui si assumono decisioni vincolanti per tutti.

La politicità sociale è costituita da quell’insieme di strumenti, azioni e funzioni che consente ai cittadini e alle cittadine di elaborare in totale libertà idee e visioni politiche per indirizzare e controllare la politicità istituzionale nell’interesse della collettività. La politicità sociale, quindi, si sviluppa quando la società civile dispone di spazi politici e strumenti per formarsi, confrontarsi, esprimere le proprie istanze e proposte, partecipare alla elaborazione dei programmi elettorali e alla selezione dei candidati/e alle cariche elettive, impegnarsi nelle campagne elettorali, verificare e valutare, poi, l’operato degli eletti/e.

Non entriamo nei particolari di questa rivoluzione culturale: citiamo solo un aspetto tanto significativo, quanto dirompente. Non è più accettabile che le stesse persone fisiche possano nello stesso momento avere cariche sia nella “politicità sociale” che nella “politicità istituzionale”.

Purtroppo la politicità sociale, in tutto il mondo, è annullata a causa di una indebita invasione da parte degli eletti nelle istituzioni. Basta pensare alle leggi elettorali che abbiamo in Italia da trent’anni e che non sono altro che un modo per blindare la classe dirigente assicurandole reddito e potere. Come si può pensare che le stesse persone che stanno contemporaneamente nei partiti e in parlamento possano attuare liberamente quella indispensabile funzione di indirizzo, selezione e controllo necessaria per un buon funzionamento della macchina statale?

Per quanti volessero approfondire rinviamo a questo documento.

Chiudiamo con l’augurio che il 25 aprile sia per te e per noi una giornata di riflessione e di impegno ad agire insieme per dare corpo al primo embrione di partito che pratichi le nuove idee.

Ora le nuove credibili analisi ci sono, non ci sono scuse.

Ora puoi essere l’artefice di un nuovo futuro: inizia a documentarti, fa passaparola invitando gli amici a entrare in contatto con noi.

Buon 25 aprile!

Back To Top
Cerca