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Lista civica italiana ritiene che il percorso iniziato con Cambiare si può e concluso con Antonio Ingroia non ha portato ad una vera rivoluzione della politica anche se dei semi positivi sono stati gettati.

Lista Civica Italiana rimane disponibile a dialogare con tutte le forze politiche che avranno il coraggio di promuove una nuova politica.
In particolare Lista Civica Italiana ha deciso di non stare all’interno di “Rivoluzione civile”, perché non è d’accordo con la presenza dei partiti, i criteri di scelta dei candidati, i temi del programma che non riteniamo veramente rivoluzionari.

Antonio Ingroia, che gode della nostra stima per il suo impegno come procuratore antimafia, ha incontrato i rappresentanti di LCI, a cui ha praticamente chiesto fiducia incondizionata in lui senza voler mettere in discussione la partecipazione dei partiti.

La Carta di intenti di Lista Civica Italiana parla chiaro: nessuna alleanza con la partitocrazia. LCI ha chiesto a Ingroia di non candidare dinosauri della politica con più di due mandati, come Di Pietro e Diliberto. Il tema del limite dei due mandati è un esempio per tutti: è stato inserito nel programma ma non messo in pratica nelle candidature.

Per quanto riguarda il tema della riduzione dei privilegi e degli emolumenti d’oro, che hanno contribuito ad inquinare la politica e la società con fiumi di denaro e di potere, ci sembra che si poteva guardare più lontano impostando, come in Francia, un tetto al reddito.
Tantomeno c’è chiarezza sulla questione dei rimborsi elettorali che stanno producendo un enorme spreco di denaro pubblico e che rappresentano uno schiaffo morale per i cittadini.

La vera rivoluzione civica si farà con gli strumenti della democrazia diretta, dando alle cittadine e ai cittadini la concreta possibilità di esercitare la sovranità popolare, responsabilizzandoli e rendendoli partecipi delle scelte a livello locale, nazionale, internazionale. Il riferimento è alla legge di iniziativa popolare “Quorum zero – Più democrazia” e alle proposte in essa contenute: eliminazione del quorum dai referendum, istituto di revoca per eletti inadempienti.

Nel programma di “Rivoluzione civile” mancano anche alcuni punti veramente “rivoluzionari” come la riforma tributaria secondo l’art. 53 della Costituzione, l’indicazione delle risorse economiche che serviranno per sostenere i vari propositi programmatici, l’eliminazione della legge obiettivo che favorisce grandi opere inutili, la riforma del sistema bancario.

La  riforma fiscale secondo l’articolo 53 della Costituzione sarà al centro dell’azione politica di LCI insieme alla conversione ecologica dell’economia per creare posti di lavoro, uscendo così dalla logica della crisi cronica dovuta ad un concetto sbagliato della crescita. La riforma fiscale interessa 40 milioni di contribuenti rappresentati da lavoratori dipendenti e pensionati che pagano, attualmente, il 93% dell’intero gettito IRPEF pur possedendo solo il 27% della ricchezza nazionale, e da quei 4 milioni di precari, mascherati da false partite IVA.

Infine, ci lascia perplessi il fatto che l’enunciazione programmatica sulla  “democrazia di genere” sia resa meno credibile dal fatto che il documento programmatico è firmato da soli uomini e, tra l’altro, tutti rappresentanti di partito e nessuno della società civile!

Il Coordinamento di Lista Civica Italiana

Questo articolo ha 4 commenti

  1. Prendo atto che LCI ha scelto di non porsi all’interno di rivoluzione civile mi pare fosse inevitabile. Concordo con la distanza dai partiti ma non basta, aggiungo che fiducia incodizionata non è possibile concederla a nessuno, il presupposto per collaborazioni non possono che essere i principi della carta d’intenti. Aggiungo che Ingroia si sta ponendo come personaggio interessato piu che altro alla propria carriera politica, che stava con tutta evidenza preparando da tempo grazie alla propria visibilità mediatica. Nulla di nuovo sotto il sole, mi pare.

  2. D’ accordo con quanto detto sopra da Lista civica italiana.
    Non è detto che “Rivoluzione civile” non si dimostri in pratica un ossimoro (o peggio: né rivoluzione, né civile), e che il suo eventuale successo elettorale non sia soltanto il risultato della visibilità del leader, oltre che dell’ aver aggregato tante componenti eterogenee aventi in comune l’ interesse e l’ urgenza di godere di seggi in Parlamento.
    Un modesto augurio: in bocca al lupo ad Antonio Ingroia!
    Resta la esile speranza che i “semi positivi” che sarebbero stati gettati non vadano miseramente dispersi dai rappresentanti parlamentari, una volta che saranno eletti o rieletti e accomodati sulle ambite poltrone.
    Paolo Ferloni
    Lista civica “Insieme per Pavia”
    Pavia, 21.1.2013

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