Grandi opere: basta col ritornello dell’occupazione!
Su “Repubblica” di domenica 16 settembre (pag IV della edizione di Milano) è comparso un accorato articolo dal titolo “Autostrade (ndr: TEEM e Pedemontana), 5.000 posti a rischio – vertice tra Provincia e Regione: il solito modo di creare consenso basato sulla retorica delle “grandi opere portatrici di lavoro”.
Il progetto “Per Una Lista Civica Nazionale (PULCN)” che è vicino ai lavoratori e di cui condivide la rabbia, andando contro corrente, afferma che non ha senso continuare a sprecare soldi pubblici con la giustificazione, che appare cinica e fuor di luogo, di 5000 posti di lavoro che sarebbero “a rischio”. La nostra valutazione politica è che troppe volte il reale risultato di simili opere – ammesso che le cifre che apprendiamo dalla cronaca siano corrette dal punto di vista quantitativo, viste le invenzioni che ogni giorno vanno ad arricchire il parco di ragioni vantate da chi intende sostenere le grandi opere – è stato quello di dar la vela al collaudato meccanismo della Legge Obiettivo e delle Grandi Opere che sono la madre di tutti i mezzi per foraggiare aziende costruttrici cui erano collegati esponenti di vari partiti o interessi della criminalità organizzata.